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Zone economiche speciali, rientra anche Messina

Zone economiche speciali, rientra anche Messina

La seduta della Commisione trasporti della Camera dei deputati risale allo scorso 3 ottobre. In quella sede, su proposta del vicepresidente, il parlamentare messinese Enzo Garofalo, è stato recepito l’invito al Governo per una «applicazione più estensiva delle norme sulle “Zes” con riguardo a ciascuna realtà regionale». In sintesi, si chiede all’esecutivo Gentiloni di recepire l’emendamento che consente a una singola regione di avere anche più di due Zone economiche speciali, sempre se vi siano i requisiti fondamentali previsti dalla legge. Ed è ovviamente il nostro caso.

Passo indietro e riepilogo necessario. Il governo Gentiloni ha emanato nel giugno 2017 un decreto, poi convertito in legge, riguardante “disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno”, il famoso “decreto per il Sud”. Per la prima volta in Italia si introduce la possibilità di istituire quelle Zone economiche speciali che sono già realtà nel resto d’Europa. La “Zes”, come ha spiegato in questi giorni l’ex assessore provinciale Michele Bisignano, non è altro che un'area specifica in cui si offrono incentivi a beneficio delle aziende che vi operano mediante strumenti ed agevolazioni che agiscono in un regime in deroga rispetto a quelli vigenti per le ordinarie politiche nazionali. Gli obiettivi fondamentali consistono nell’aumento della competitività delle imprese insediate, nell’attrazione di investimenti soprattutto da parte di soggetti stranieri, nell’incremento delle esportazioni, nella la creazione di nuovi posti di lavoro e nel rafforzamento del tessuto produttivo attraverso stimoli alla crescita industriale ed alla innovazione. Le “Zes”, dunque, come poli di crescita nelle regioni meridionali.

Torniamo, dunque, a quanto accaduto alla Camera. Nell’esame della nota di variazione al Documento economico-finanziario del Governo, il relatore ha recepito e inserito nel parere la proposta di modifica avanzata dall’on. Garofalo relativa al superamento del limite massimo delle “Zes” in una singola regione. Prendiamo il caso della Sicilia: la legge, così com’è attualmente, prevede la creazione di sole due Zone economiche speciali, che farebbero capo ovviamente a Palermo e al sistema Catania-Augusta. Ma Messina ha gli stessi diritti delle altre due Città metropolitane siciliane e se un decreto è concepito per il “rilancio del Sud”, sarebbe inimmaginabile vedere escluso il sistema portuale di Messina-Milazzo e l’Area dello Stretto. Ricordiamo che la “Zes” sarebbe localizzata nella zona di Giammoro, con grandi benefici sia per il capoluogo sia per parecchi Comuni della provincia tirrenica.

Il passaggio alla Commissione trasporti non è ancora risolutivo ma difficilmente il Governo potrà dire di no, contraddicendo lo spirito stesso della legge firmata da Gentiloni. Nelle prossime settimane, dunque, potrebbero maturare importanti novità su questo fronte.

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