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Sequestrato il complesso della “Cappellani”

Sequestrato il complesso della “Cappellani”

Un’operazione economica sospetta. Un rientro di capitali nel nostro paese dal Lussemburgo con più d’una “anomalia” segnalata dalla Banca d’Italia. Oggi i milioni di euro si spostano semplicemente premendo il tasto di un computer, una volta c’erano gli “spalloni”, che riempivano le valigie di banconote e passavano il confine a Ventimiglia, per depositare poi tutto in Svizzera.

L’operazione congiunta di ieri tra Procura, Dia e Guardia di Finanza nasce proprio da una segnalazione per uno dei tanti rientri di capitale dall’estero, approfittando del cosiddetto “scudo fiscale”. Ed ha portato al sequestro preventivo del valore stimato di circa dieci milioni di euro di un colosso della sanità privata a Messina, scattato per l’intero complesso immobiliare “Villa Cappellani”, di proprietà della “Immobiliare Cappellani srl”, una imponente struttura che ospita l’omonima clinica gestita dal Gruppo Giomi Spa, gruppo che - è bene precisarlo -, non è destinatario di alcun provvedimento penale, quindi l’attività sanitaria prosegue regolarmente non essendo stata intaccata.

Nell’ambito del procedimento penale sono indagati per trasferimento fraudolento di titoli e valori i fratelli Dino e Aldo Cuzzocrea, noti imprenditori farmaceutici calabresi, lo psichiatra in pensione Antonio Di Prima, originario di Canicattì ma da anni residente a Messina, ex presidente del Banco di Credito Siciliano, e poi il commercialista messinese ed ex revisore dei conti del Comune di Messina Dario Zaccone, quale ex consulente e persona di fiducia dei Cuzzocrea, che invece è accusato di riciclaggio. Proprio ieri, dopo le notizie dell’inchiesta, la Commissione straordinaria di liquidazione del Comune di Milazzo, ha «immediatamente e precauzionalmente sospeso l’incarico al professionista», che era consulente dell’organismo nel centro tirrenico. L’importante complesso immobiliare sarebbe stato acquistato con risorse allo stato non giustificate, precedentemente esportate all’estero e successivamente fatte rientrare nel territorio nazionale, attraverso la “schermatura” di società create ad hoc.

L’indagine, coordinata dal procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia con l’aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto della Dda Fabrizio Monaco, scaturisce dall’esame effettuato su alcune segnalazioni di operazioni sospette, trasmesse dalla Banca d’Italia che riguardavano il rientro dei capitali in Italia di partecipazioni societarie che erano state allocate in precedenza in Lussemburgo, e poi in seguito “regolarizzate”.

L’avv. Candido

«Capitali “scudati”e sequestro errato»

L’avvocato Bonaventura Candido, difensore di Dino ed Aldo Cuzzocrea «a commento delle odierne notizie, si limita a rendere noto che: i capitali oggetto del procedimento in questione sono stati “scudati” in data 11/12/09 versando allo Stato (con mod. F24 già in possesso degli inquirenti) la non irrilevante somma di 55.000 euro. Tanto è da solo sufficiente a rendere del tutto infondata ogni ipotesi di reato e, quindi, errato il sequestro oggi disposto che sarà oggetto di immediata impugnazione».

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