Sventata una nuova "truffa dell'eredità"

E’ successo intorno alle 10,30 , la signora stava andando alla chiesa di Lourdes sulla circonvallazione per pregare. Una donna sola, vicina ad un luogo di culto è diventato un bersaglio facile per i due uomini senza scrupoli.

La tecnica è oramai nota. È quasi un copione scritto con gli attori che lo interpretano quasi sempre allo stesso modo. Ed è per questo che è importante riconoscere quando inizia la messa in scena riuscendo a scappare prima possibile.

Ad avvicinare la signora è stato in un primo momento uno solo due truffatori. Ha detto di essere svizzero – dell’apparente età di 70 anni - e per rendere credibile la sua provenienza coniugava i verbi all’infinito. Aveva bisogno di una informazione, una via per l’esattezza, dove avrebbe avuto lo studio un professionista. Una richiesta semplice ma che nascondeva il trucco. Perché poco dopo si è avvicinato un altro umo, più alto sui sessanta, che si è presentato come un chirurgo che si è prestato a dare una mano al compare che doveva incassare una eredità da 150.000 euro da un notaio. C’erano però delle spese da affrontare per poter avere questo gruzzolo che i tre si sarebbero dovuti dividere.

Ed a quel punto che alla signora è stato chiesto di partecipare a questa colletta improvvisata davanti ad una chiesa. Le richieste sono andate via via diminuendo. Prima sono stati chiesti 15.000 euro, poi 3000 e quindi anche solo 1000 euro. I due malviventi l’avrebbero anche accompagnata a casa a prendere il contante, pur di far presto. Ma la signora non si è fatta fregare. Ha capito che lo straniero, non era svizzero quando gli è sfuggita una espressione in dialetto e ha detto ai due che non aveva soldi a casa e che stava per chiamare i suoi figli. Queste due cose hanno fatto allontanare i due che si sono dileguati. Tornata a casa e intuito il pericolo corso la signora ha denunciato tutto alle forze dell’ordine e chiamandoci per fare in modo che si sappia che in giro per Messina ci sono questi due farabutti che provano a tradire la nostra buona fede.