Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Al M’Ama non si trattò di tentato omicidio»

Fermati i due giovani che avrebbero sparato al M'Ama

Non fu tentato omicidio. Si tratta di lesioni. Cambia ancora lo scenario giudiziario per la spedizione a colpi di pistola al locale “M’Ama” di questa estate, che ha portato in carcere il 22enne Alessandro Cuté e il 25enne Gianfranco Aloisi, dopo il ferimento della 34enne Tania, la giovane di Briga Marina. E spunta anche un nuovo testimone di primo piano, che ha raccontato la sua versione dei fatti, aggiungendo particolari importanti: Cutè si adirò perché negandogli l’ingresso in discoteca gli diedero del «muccuso» (bambino), davanti al suo gruppo di Mangialupi, e organizzò la spedizione punitiva per vendicarsi. I nuovi clamorosi particolari emergono dall’ordinanza del tribunale del Riesame che ha confermato la detenzione in carcere per Cutè e Aloisi. I giudici hanno però riqualificato il reato in lesioni, così come aveva ipotizzato la Procura nell’imminenza dei fatti, mentre il Gip aveva valutato poi la vicenda come tentato omicidio.

Altri particolari potete leggerli nell'edizione cartacea

Caricamento commenti

Commenta la notizia