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Messina, scagionato il militare del Radiomobile

Messina, scagionato il militare del Radiomobile

Adesso c’è un decreto di archiviazione ufficiale firmato dal gip di Reggio Calabria Domenico Santoro per una tranche dell’inchiesta della procura reggina sulla sezione fallimentare del Tribunale di Messina.

Quindi escono di scena in maniera definitiva per insussistenza delle accuse quattro degli indagati iniziali, mentre resta ancora in piedi una delle ipotesi di reato iniziali, corruzione aggravata in concorso - si è registrata la chiusura delle indagini preliminari nel maggio scorso -, per tre indagati: il magistrato della II sezione civile del Tribunale di Messina, a capo della Sezione fallimentare, Giuseppe Minutoli, il tenente colonnello dei carabinieri ed ex caposezione della Dia di Messina Letterio Romeo, e il noto imprenditore peloritano nel settore della ristorazione e dei locali pubblici Gianfranco Colosi. Anche nei loro confronti, comunque, sono cadute definitivamente alcune ipotesi di reato iniziali.

L’archiviazione definitiva da tutte le accuse iniziali siglata dal gip Santoro riguarda invece il carabiniere in servizio al nucleo radiomobile di Messina Francesco Biondo, l’avvocato Maria Spanò, il collaboratore di Colosi, Emilio Andaloro, e infine l’ispettore della Digos Nicola Spuria.

Scrive il gip che «... in merito alla posizione degli altri indagati e, comunque, alle ulteriori ipotesi di reato oggetto d’iscrizione anche nei riguardi dei soggetti destinatari dell’avviso ex 415 bis c.p.p. (Minutoli, Romeo e Colosi, n.d.r.), gli elementi acquisiti all’esito delle indagini non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio, per come sostiene il Pm nella sua richiesta di archiviazione».

I magistrati della Procura di Reggio che stanno indagando, in questo caso il procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e il sostituto procuratore Roberto Di Palma, in relazione a questo decreto di archiviazione emesso ora dal gip, avevano disposto a maggio la cosiddetta “separazione delle posizioni” dall’inchiesta principale, che è stata integrale per i quattro che ora hanno registrato l’archiviazione, e solo parziale per gli altri tre, cioé Minutoli, Romeo e Colosi. Per loro tre infatti sono “cadute” solo alcune accuse contestate all’inizio: corruzione, associazione a delinquere e abuso d’ufficio per Colosi, abuso d’ufficio e corruzione per Romeo, induzione indebita a dare o promettere utilità per Minutoli. Ed è rimasta in piedi solo l’ipotesi di corruzione aggravata in concorso.

Cadono completamente quindi tutte le accuse per il carabiniere Francesco Biondo, che in questa vicenda giudiziaria è stato assistito dall’avvocato Domenico Andrè. Già all’indomani della diffusione delle prime notizie sull’inchiesta reggina, proprio l’avvocato Andrè aveva preso una posizione molto chiara e netta in una nota, affermando che il militare era «assolutamente estraneo a tutti i fatti che gli vengono contestati sui “giornali” e sugli organi di stampa», e sottolineando che «lo stesso nelle ultime 24 ore ha subito un’attacco improvviso alla propria dignità ed al rispetto dell’onorabilibità sua e della propria famiglia». Il legale aveva poi sottolineato che si era in presenza di un carabiniere «rispettabilissimo ed integerrimo appartenente alle forze dell'ordine, lo stesso non ha mai avuto nulla a che fare con il Tribunale fallimentare nè si è mai interessato di aste giudiziarie. Il Biondo non conosce nessuno degli altri indagati, se non il Romeo, poiché tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri».

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Ecco ciò che rimane in piedi del procedimento iniziale

Contestata la corruzione in concorso

Secondo quanto scrivono i pm reggini il magistrato Minutoli, in servizio come presidente della II Sezione civile, avrebbe «compiuto atti idonei, diretti in modo univoco a far sì che l’Istituto Vendite Giudiziarie fosse pretestuosamente dichiarato non più idoneo ai servizi da espletare per conto della sezione fallimentare del Tribunale di Messina e contemporaneamente individuando una società ad hoc cui affidare i servizi medesimi: società costituita in capo al Colosi (persona a lui legata da vecchi e consolidati rapporti di amicizia) presso cui sarebbero state assunte anche la moglie del Minutoli e la compagna del Romeo. Fatto non verificatosi per circostanze indipendenti alla volontà degli agenti». Colosi avrebbe poi intessuto «... relazioni con imprenditori del settore vendite giudiziarie presentatigli dal Minutoli al fine di apprendere i meccanismi di mercato del settore».

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