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Incendi, nasce una task force che coordinerà gli interventi

Incendi, nasce una task force che coordinerà gli interventi

Mentre muovono i primi passi le indagini sui roghi che hanno incenerito le colline del messinese e non si è ancora conclusa la conta dei danni, si provano a mettere in campo contromisure per prevenire, ma anche arginare le conseguenze di quella che, almeno dalle premesse, sembra una nuova estate di fuoco. Un gruppo di lavoro ristretto capace di dialogare in caso di emergenza e che sia in grado di organizzare in maniera più efficiente le mosse da adottare per contrastare vasti incendi come quelli che nell’ultima settimana hanno colpito la provincia di Messina, da Patti a Taormina. È stato questo il risultato della riunione convocata ieri mattina dal prefetto Francesca Ferrandino che ha chiamato a raccolta i rappresentanti di Protezione civile regionale, Vigili del Fuoco, Forestale di Palermo, Forze dell’Ordine, Comune, Città Metropolitana, Cas, Anas, Ferrovie e Parco dei Nebrodi, per fare il punto sui roghi divampati nei due comuni messinesi e perfezionare la macchina in caso di incendi.

Una riunione “fruttuosa” servita a conoscere le attività organizzative e logistiche messe in atto da ogni soggetto coinvolto, ma anche a puntare i fari su quanto, probabilmente, non ha funzionato come doveva. Ad esempio a Taormina dove, per la poca visibilità dovuta ai fumi dell’incendio divampato nella zona di Spisone, si è scatenato il panico tra gli automobilisti ed alcuni, sulla A18, hanno invertito il senso di marcia percorrendo al contrario la carreggiata. Solo successivamente a quest’episodio e per le segnalazioni di alcuni cittadini è stata disposta la chiusura in entrata e in uscita del casello di Taormina. Anche per evitare che in caso di incendio, si verifichino nuovamente situazioni come questa, capaci di compromettere ancora di più la sicurezza delle persone, durante la riunione di ieri si è stabilito che i membri del gruppo “ristretto”, ovvero vigili del fuoco, Forestali, Protezione civile, Forze dell’Ordine e Prefettura, a breve redigeranno alcune linee guida e lo faranno in maniera partecipata con i sindaci e le istituzioni coinvolte. Metteranno a punto una sorta di vademecum che sarà adottato in tempi brevissimi e che detterà anche le regole per una maggiore e più efficace comunicazione in prima battuta tra componenti istituzionali, ma anche nei confronti dei cittadini. Durante il vertice è stato, inoltre, evidenziato quanto le condizioni climatiche e il forte vento abbiano potuto incidere sull’insorgere dei roghi e, ancor di più, complicare la fase di spegnimento dei focolai, ma nel corso dell’incontro è stata ribadita anche la necessità di un maggiore vigilanza sui territori volta a prevenire e disincentivare l’azione dei piromani.

E intanto ieri altri roghi sono divampati nella zona sud a Galati S. Anna, S. Stefano Medio e Mili S. Pietro.

«I roghi del messinese – secondo la Fp Cgil – hanno messo in luce quanto gli organici preposti alla tutela del territorio e dei cittadini siano ridotti al lumicino, almeno per quanto riguarda il Corpo dei Vigili del Fuoco e la vigilanza venatoria. Il sindacato ritiene, infatti, che il mancato rinnovo della convenzione per la campagna boschiva 2017 stia esasperando la situazione del comando provinciale che per affrontare le emergenze sguarnisce la città delle squadre operative. La Cgil chiede, dunque, che durante le prossime emergenze meteo scatti il richiamo di personale operativo con l’attivazione del raddoppio dei turni dei Vigili del Fuoco in caso di elevate criticità». Per quanto riguarda la vigilanza venatoria e antincendio, invece, il segretario provinciale Francesco Fucile e il segretario generale Clara Crocè stigmatizzano come «nonostante la disponibilità delle risorse economiche gli uffici della Città Metropolitana a tutt’oggi non hanno avviato la gara d’appalto per affidare il servizio che, tenuto conto dei tempi tecnici, non potrà essere avviato entro settembre 2017. Chiediamo al sindaco – concludono Fucile e Crocè – di passare dalle parole ai fatti e in caso di mancate risposte ci riserviamo di proclamare lo stato di agitazione e chiedere l’intervento della Prefettura».

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