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Una tegola inattesa: Foti lascia l’Atm

Una tegola inattesa: Foti lascia l’Atm

Sono gli ultimi giorni di Giovanni Foti alla guida dell’Atm. Il tecnico piemontese è in scadenza di contratto e la proroga non è prevista. Non c’è nessuna rottura fra le parti, anzi. Ma solo la fine di un ciclo che però in molti avrebbero preferito continuasse. Il Comune adesso deve correre ai ripari e sta già preparando il bando per il nuovo direttore generale. In molti pensavano che il mandato dell’architetto 64enne sarebbe proseguito parallelamente all’esperienza amministrativa di Renato Accorinti e di Gaetano Cacciola, l’assessore alla Mobilità che ha stretto un rapporto simbiotico con il numero uno dell’Azienda trasporti.

I particolari delle motivazioni dell’addio di Giovanni Foti saranno resi noti il primo giugno in una conferenza stampa aperta. Ma alla base della clamorosa decisione ci sono questioni di ordine familiare che hanno fatto propendere il dirigente per il ritorno nella sua Torino. Arrivato al capezzale dell’Atm 3 anni fa, ha avuto una serie di proroghe annuali di mandato. In questo periodo è indubbio che l’azienda abbia cambiato volto. Si è data una credibilità e ha guadagnato valore attraverso un quotidiano lavoro di implementazione del parco mezzi, della qualità del servizio, di quel rinnovamento tecnologico, che la città aspettava da anni. In molte delle scelte capitali di Atm c’è stato dietro Giovanni Foti, supportato da un management tutto nuovo e che ha rilanciato il servizio pubblico. Quasi unanimi i consensi (salvo quelli di qualche sigla sindacale) anche da parte degli avversari politici dell’amministrazione comunale che lo ha voluto in quel posto così scomodo. L’operato di Foti e l’efficienza di Atm sono stati un vessillo sbandierato più e più volte dal sindaco per testimoniare l’operato del suo gruppo. Per l’arrivo dei primi autobus nuovi, due Natale fa, addirittura fu organizzata una festa in piazza Unione Europea.

Foti potrebbe, potenzialmente, partecipare al bando pubblico per la scelta del prossimo manager di Atm. Ma non lo farà. Potrebbe essere un consulente, ma non potrà garantire una presenza quotidiana come è avvenuto in questi tre anni. Lui non ha partecipato ad una pubblica selezione, ma ha risposto ad una chiamata diretta del socio Comune. In forza all’articolo 23 dello statuto della società di trasporti è possibile una nomina esterna a tempo determinata. Ma ora che la situazione non è più drammatica, un bando per una gestione ordinaria dell’azienda appare una scelta imprescindibile da parte del Comune. In questi tre anni, Atm si è dotata del suo primo contratto di servizio ed è passata da 14 a oltre 60 autobus, con altri 32 in arrivo nelle prossime settimane.

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