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Amam, monta la polemica

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Non potevano passare sotto silenzio le dichiarazioni del presidente e direttore generale dell’Amam rese in commissione consiliare giovedi’ scorso. Oggi la reazione della Protezione civile regionale, accusata di ritardi sulla gestione del caso Calatabiano e dell’ex direttore generale Luigi La Rosa che puntualizza che risponde a Claudio Cipollini.

“Rimango sorpreso ed esterrefatto per quanto dichiarato il presidente dell’AMAM Leonardo Termini”. Comincia così la nota della Protezione civile regionale. Il dirigente Calogero Foti, dice che il suo ufficio ha affrontato con tempestività le problematiche connesse con l’emergenza idrica a Messina, consentendo, con il contributo di tutte le componenti del Sistema, compresi i volontari di risolverla nel breve corso di una settimana".
Foti, che un anno e mezzo fa guidò la macchina dell’emergenza idrica, poi analizza i temi dei lavori successivi a Calatabiano.
“’intervento prioritario era quello della messa in sicurezza del versante per garantire la salvaguardia dell’abitato dopodiché- scrive- si è proceduto al consolidamento del versante”. Spiega che i soldi sono stati disponibili con un ‘ordinanza del maggio 2016 ma che non erano previste procedure rapide ma solo l’iter ordinario. Foti fa rilevare anche che le problematiche non sono legate solo ed esclusivamente al versante di Calatabiano, ma a tutta una serie di problemi che coinvolgono anche la rete idrica cittadina sulla quale, anche durante i lavori di Calatabiano, si poteva intervenire con lavori di manutenzione. Per di più la condotta nella sua interezza è vetusta e maltenuta – come tra l’altro dichiarato anche dal neo Direttore Generale dell’AMAM Cipollini.
Foti ricorda che è stato chiesto anche di aumentare le prese in porto per scaricare acqua nella rete dalle navi, in caso di emergenza, ma nulla è stato fatto in tal senso.

Ma anche le dichiarazioni del neo dg Cipollini, hanno suscitato le rimostranze di Luigi La Rosa, suo predecessore. Concordando sulla insufficienza di uomini, il dirigente ricorda come il dato sulla perdita d’acqua in rete, il 30 %, sia al di sotto della media nazionale che è del 38 e questo grazie a continue verifiche. La Rosa, memoria storica del sistema idrico cittadino, non parlerebbe di vetustà della rete perché sono state posate negli anni 80 con una spesa di 25 miliardi di lire. “Per manutenzione abbiamo speso 5 milioni di euro l’anno- aggiunge La Rosa- e sulla la presunta “scarsa innovazione degli ultimi anni” mi piace affermare che l’Azienda, durante la mia gestione, si è dotata della mappatura di tutte le reti idriche cittadine che era inesistente, ha implementato il sistema di telecontrollo, che per tanti anni è stato l’invidia di tante città anche del nord Italia.

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