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Messinambiente, concordato preventivo per evitare fallimento

Stipendi in ritardo, si rischia l'emergenza rifiuti

Proprio in extremis è stata depositata stamani al tribunale fallimentare la domanda di concordato preventivo per tentare di salvare dal fallimento Messinambiente. Il liquidatore della società Giovanni Calabrò, insieme agli avvocati Marcello Parrinello e Paolo Vermiglio, ha depositato stamattina l'istanza che dovrà essere discussa domani nel corso dell'udienza inizialmente fissata per l'otto febbraio poi posticipata a domani per un difetto di notifica. Adesso sarà il giudice fallimentare a decidere la validità del piano, che punta al riequilibrio di conti ampiamente dissestati della società. Naturalmente non sarà un'operazione rapida. Il giudice potrà prendersi dai 30 ai 120 giorni per una decisione che potrebbe  risultare decisiva per il salvataggio di Messinambiente visto che difficilmente il salvagente per la società di via Dogali potrà arrivare dal piano di riequilibrio del governo ne può confidare sull'aiuto di Palazzo Zanca. Ovviamente il concordato preventivo, anche se dovesse essere accolto, non inficerà assolutamente la neonata Messinaservizi. La società al momento esiste solo sulla carta e prima che potrà essere operativa trascorreranno ancora dei mesi durante i quali sarà Messinambiente a garantire il servizio di raccolta dei rifiuti in città. Il concordato avrà come unico obiettivo quello di risanare i conti della società attraverso la presentazione di un piano di rientro  e della relativa copertura finanziaria, e diminuire dunque debiti  milionari come quello con l'agenzia delle entrate. Circa trenta milioni che hanno portato al deposito dell'istanza di fallimento risultata fatale tanto da indurre la giunta e nei giorni scorsi il consiglio comunale a dare via libera alla nuova società che probabilmente dalla seconda metà dell'anno gestirà il servizio di raccolta dei rifiuti in città.

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