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Procreazione assistita, Regione boccia Papardo

ospedale papardo

Sei giorni di ritardo nell'invio dei dati e la Regione boccia l'ospedale Papardo di Messina quale centro per la procreazione medicalmente assistita. Il nosocomio della città dello Stretto aveva speso oltre 500 mila euro per adeguare i locali, realizzare gli impianti di congelamento, creare ambienti sterili, servendosi della consulenza di medici e tecnici che avevano fatto esperienza in Nord Europa. Raggiunto lo standard previsto, lo scorso 4 agosto l'ospedale aveva inoltrato la pratica all'assessorato regionale alla Sanità, sei giorni dopo la scadenza dei termini. Il ritardo è bastato a mandare in fumo mezzo milione d'investimento. La notizia della bocciatura è confermata dal direttore generale del Papardo, Michele Vullo: "Sono esterrefatto - dice - ma è così. Mi rifiuto di credere che l'assessorato non ci ripensi: meno di una settimana di ritardo nell'invio dei dati non può mandare all'aria un progetto sul quale abbiamo lavorato con entusiasmo e serietà. L'ospedalità pubblica va valorizzata, non mortificata". La tariffa stabilita dal Papardo per accedere alla procreazione assistita è di 3.700 euro, in linea con quanto spendono le coppie negli ospedali pubblici del Nord. Nelle strutture private i prezzi possono raggiungere anche sei o sette volte quelli praticati dal pubblico. La Regione ha recentemente creato un budget di 5 milioni di euro da mettere a disposizione di coppie non abbienti di tutta l'Isola che desiderano avere un figlio attraverso la procreazione assistita. Il 70% di questa somma è destinata all'ospedalità pubblica, il 30% a quella privata. Dei 5 milioni, alla provincia di Messina ne è stato destinato mezzo milione.

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