Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Mia cara signora, lei può smaltire solo tre sedie alla volta...»

«Mia cara signora, lei può smaltire solo tre sedie alla volta...»

Diciamolo, provare a fare i cittadini modello è un esercizio di stile, se la logica dei servizi pubblici è quella con cui mi sono scontrata mio malgrado. Primo settembre, rientro dalle ferie. Avverto, irresistibile, la voglia di fare ordine e pulizia e, decido che 6 sedioline di plastica e 3 mensole di legno hanno ormai esaurito dignitosamente la loro funzione e possono essere destinate alla discarica.

Armata di civica responsabilità, passo alla fase due: telefono a MessinAmbiente per usufruire del servizio di smaltimento di rifiuti ingombranti. Alle 8,45, al numero verde mi risponde una voce registrata che mi invita ad attendere l’operatore. Purtroppamente, la linea cade. Nelle successive 5 telefonate che faccio a intervalli regolari, il risultato non cambia: dopo l’introduzione registrata, la comunicazione si interrompe, così provo a chiamare la sede. Neanche avessi chiamato il Quirinale!

Nel tono pur gentile dell’impiegato, colgo un moto di sdegno, per aver minimamente osato pensare che alla sede amministrativa di MessinAmbiente potessero essere interessati al mio problema. Comunque sia, riesco a estorcere un altro numero telefonico al quale chiamare. Anche qui voce registrata (ma diversa) che mi invita ad attendere e, anche qui, la linea cade. Dopo 10 telefonate, alternativamente, al call center e al nuovo numero fornitomi, richiamo la sede per avere chiarimenti e, questa volta, è una impiegata a rispondermi tassativamente: “S-i-g-n-o-r-a n-o-n è p-o-s-s-i-b-i-l-e! A me, ieri, hanno risposto! Ora provo io e le faccio vedere che rispondono” e stacca il telefono. È evidente che, visto il tono surreale della conversazione e il risultato, desisto. Ma poiché non demordo, alle 12 provo a richiamare: il call center risponde subito e professionalmente prende in carico la mia richiesta: “Quanti pezzi sono?”, “Sei sedie di plastica e tre mensole di legno”, rispondo.

“Ok, nella sua zona possiamo venire solo il 14 settembre, dalle 20 alle 21. Si ricordi di mettere il cartello per MessinAmbiente ah, ne possiamo prendere solo tre”. “E per le altre che faccio?”, risposta: “O prende un altro appuntamento o le porta alla discarica lei”.

“Ok mi da un altro appuntamento per il ritiro del rimanente?”, “No, deve fare un’altra telefonata, dopo il 14”.

Ora, capirete che, con questa rateizzazione dello smaltimento di 9 cose, si fa Natale e comunque, la signorina del call center mi ha risolto brillantemente il problema: me le potevo caricare in macchina e mi facevo il sangue meno acido.

La discussione mi ha stremato, ma non è finita, perché dopo circa 20 minuti, mi arriva una telefonata dal call center e, non si sa per quale recondito motivo, mi dicono che il 14 non è più possibile e mi propongono il ritiro il sabato 3 o il 10, sempre dalle 20 alle 21.

Ora, mi domando, il divieto di abbandonare i rifiuti il sabato, non vale per le mie tre sedie? E, mi domando ancora, perché vengono a prendersi le cose a tre a tre? E, mi chiedo, non mi potevano dare gli altri appuntamenti tutti in una sola volta? Ma, soprattutto, io, il 1 settembre 2016, a Messina, perché ho voluto fare la cittadina modello?

Caricamento commenti

Commenta la notizia