È il dolore dei vivi che racconta l’ultima carneficina sull’asfalto maledetto della “106”. Sergio Santini è tornato a Messina per stare accanto agli anziani genitori. La mamma ha 77 anni, il padre 83, non vuole lasciarli proprio ora. Su di loro s’è abbattuto il vento gelido della tragedia. Ma oggi Sergio ripartirà per Taranto. «Ci sono i funerali, alle 16.30, nella chiesa, San Massimiliano Kolbe, nel quartiere di San Paolo VI, dopo la famiglia di mio fratello viveva. Le salme di Roberto, Rossella e Marco sono già lì da ieri». In queste ore Sergio vorrebbe che qualcuno gli portasse almeno una speranza da Cosenza, dove Giorgina è ricoverata in prognosi riservata, per allontanarlo dall’angoscia di ore interminabili, cominciate nella notte tra venerdì e sabato, con quella telefonata giunta dalla Calabria. «Non ci sono parole. Avevo solo questo fratello, eravamo molto legati. Ero legato alla sua famiglia, una famiglia vera. La portavo sempre come esempio. Dicevo, questa è la famiglia del Mulino Bianco. Facevano sempre tutto insieme, la loro intesa era straordinaria. Amavano lo sport ed erano appassionati di corsa a livello agonistico in particolare, correvano la mezza maratona. E avevano due splendidi figli. Marco era cintura nera di karate e aveva anche partecipato ai campionati nazionali. Giorgina, invece, è una ragazzina forte, e ora deve vincere la battaglia più importante nell’ospedale di Cosenza». Singhiozza Sergio mentre parla della grande tragedia che ha sconvolto la pace di una tranquilla famiglia. «È incredibile. Mio fratello, a Brindisi, ha rischiato tante volte la vita lottando contro trafficanti di esseri viventi e di armi e droga. Quella vita che, invece, è sfumata in un banale incidente». Roberto Santini aveva studiato per diventare finanziere nella scuola allievi delle Fiamme gialle di Mondovì. Ed era riuscito ad entrare nel gruppo scelto dei “baschi verdi”, gli operativi, gli azionisti. E lì in Piemonte, soprattutto, aveva conosciuto il fratello di Rossella. Proprio il collega, anche lui arruolatosi nei “baschi verdi”, era stato il “gancio” per il primo appuntamento con la futura moglie. La meravigliosa storia d’amore di Roberto e Rossella è nata così. Un romanzo colorato dall’arrivo di Marco e Giorgia. «Erano legatissimi. Rossella, da poco, aveva iniziato a lavorare nell’amministrazione sanitaria. Era una donna fantastica, dedita al marito e ai figli. E anche mio fratello viveva per loro». Sergio parla a fatica, si sforza di spiegare cos’è avvenuto nella sua famiglia. Prova a riprendere fiato, per mettere in fila i suoi pensieri che ritornano alle ultime ore, per ringraziare gli amici di Messina che oggi raggiungeranno Taranto per l’ultimo saluto a Roberto, Rossella e Marco.
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