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Troppe incognite
sull’Ente Teatro

Troppe incognite sull’Ente Teatro

«Lunedì conto di consegnare il bilancio ai revisori dei conti». Il sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele Egidio Bernava non dà certezze, se non quella di aver lavorato per tre giorni consecutivi pur di accelerare nella procedura relativa al previsionale 2016. Altre indicazioni, al momento, non ne dà, lasciandosi solo sfuggire che «è venuto fuori un ulteriore buco di 1 milione di euro». Insomma, la strada continua ad essere ampiamente in salita. E non può certo essere considerato un fattore di secondo piano il muro che sembra erigersi sempre più alto tra i due organi più importanti dell’ente, il sovrintendente, appunto, ed il presidente Maurizio Puglisi, come dimostra del resto lo scambio “epistolare” che abbiamo pubblicato ieri. Un botta e risposta che ruota attorno al bilancio, ai ritardi che Puglisi adesso imputa a Bernava arrivando a chiedere la consegna del documento contabile entro lunedì 22, e Bernava che invece non solo afferma, di fatto, di non accettare “ultimatum”, ma rispedisce al mittente le accuse dicendo che se c’è un colpevole, nel ritardo del bilancio, è da rintracciare tra l’ex sovrintendente Saija ed il Cda.

A preoccupare, al di là della pur fondamentale contingenza del bilancio – senza il quale è bloccata qualsiasi programmazione, a partire dalla stagione 2016-17 –, è l’incertezza che regna sovrana attorno al futuro a breve termine dell’ente dal punto di vista gestionale. La Regione è stata molto sbrigativa nel dire all’attuale Cda: adeguate lo statuto e riducete il consiglio d’amministrazione a tre componenti, perché la legge lo dice. Già, ma come? Dovrebbe essere lo stesso Cda ad auto-sciogliersi? E se dovesse farlo prima dell’approvazione del bilancio, quanto si prolungherebbero i tempi per il “parto” del documento contabile? E quindi, quando si verrebbe a delineare la prossima stagione, con tutto quel contorno (palasport, eventi fuori abbonamento eccetera) che è assolutamente vitale per l’ente? Non sarebbe stato più logico, a questo punto, un commissariamento? «Sembra che il Teatro di Messina rientri in un tentativo complessivo della politica di riappropriarsi di certe scelte», è il pensiero a voce alta che arriva da un membro del Cda. Che fa porre un’altra domanda: a chi giova tutto questo?(seb.casp.)

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