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Tremestieri, 7 milioni
già a rischio

Tremestieri, 7 milioni già a rischio

Costruire il porto di Tremestieri per risolvere l’emergenza Tir: la corsa contro il tempo è ricominciata. Anzi non è mai finita. Il guaio è che ora la “corsa” al cui esito è appesa la qualità della vita della città, si è fatta più drammatica. Se sino a maggio l’apertura dei cantieri, ovvero la sorte dell’appalto da 72 milioni, sembrava dipendere solo dai fondi perduti, ora la beffa è doppia e parte dalle competenze. Dal conflitto tra Regione e Stato sull’approvazione del progetto esecutivo. Per il Comune, che nel 2010-2012 aveva i poteri speciali, l’iter va completato in Conferenza dei servizi a Messina. In gioco c’è un progetto vincitore di gara e con tutti i pareri favorevoli, compresa la “Via” del Ministero dell’Ambiente. E tale impostazione sarà a giorni confermata dal parere scritto del Consiglio superiore Lavori pubblici. Ma la Regione resta di parere opposto e, richiamando l’odierna assenza dei poteri speciali, rivendica l’esame del progetto esecutivo nella sua Commissione lavori pubblici.

Se il conflitto tra Istituzioni su un’opera emergenziale è di per sé una grave anomalia la corsa contro il tempo che ne consegue è drammatica. Qualunque sia l’esito finale di questa disputa beffarda, se entro il 31 dicembre 2016 non saranno eseguiti a Tremestieri i primi lavori per il nuovo porto, Messina sarà di nuovo inchiodata al suo palo di partenza. Tornerà a riperdere i primi 7 milioni di quelle somme che già una volta aveva perso e poi a fatica riconquistato.

Si chiama perenzione e funziona così: il maggiore co-finanziamento statale per il nuovo porto (28 milioni sostitutivi del vecchio mutuo Dexia da 35) è suddiviso in 4 annualità da 7 milioni. Quella del 2016 va impegnata entro il 31 dicembre: non solo vanno aperti i cantieri ma anche eseguiti i lavori corrispondenti a quest’importo. «Per non perdere questi 7 milioni – spiega l’ing. Francesco Di Sarcina – dobbiamo, nell’ordine: firmare il contratto, dare i 75 giorni di tempo per la redazione dell’esecutivo, convocare la conferenza dei servizi per esprimere i relativi pareri sull’esecutivo, aprire i cantieri, Insomma qui si rischia di non fare più l’opera». C’è l’estate di mezzo con le ferie degli uffici. E non è disfattismo ritenere che se Regione e Stato non mettono in campo una reale sinergia si riperdano i primi 7 milioni dei 72 necessari. E nemmeno i poteri speciali, nell’eventualità che la Regione li richieda e lo Stato li congeda, garantiscono ormai il rispetto del termine del 31 dicembre. E ora scalda finalmente i motori, sul porto e i tir, pure il Consiglio comunale.

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