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In oltre 50 mila dietro il Carro del Santo taumaturgo

In oltre 50 mila dietro il Carro del Santo taumaturgo

È tra i Santi più amati dal popolo. E se ne è avuta conferma anche ieri, con l’imponente folla che ha accompagnato la secolare processione del Carro Trionfale di Sant’Antonio. Messina, “città Antoniana per eccellenza”, ha rinnovato il suo legame di fede e devozione con il Santo di Padova.

Secondo Giovanni Paolo II, nessuno dovrebbe mai denigrare le manifestazioni della religiosità popolare, poiché sono la radice evangelica della fede. Una fede forte, quella che le migliaia di persone, devoti e pellegrini, nutrono per Antonio – il Santo taumaturgo – che amava i bambini e si spendeva per i bisognosi, quello che nella sua breve vita (morto a soli 36 anni) decise di abbandonare la matrice di intellettuale agostiniano per seguire la semplicità della vita da frate e diffondere, “sine glossa” la Buona Novella.

Anche quest’anno, a Messina, la partecipazione in occasione della solennità antoniana è stata grandissima. Circa 50 mila fedeli provenienti da Sicilia, Calabria, Puglia, si sono ritrovati nella citta dello Stretto per vivere questo grande momento di festa anticipato, per il quinto anno consecutivo, dalla tradizionale Notte Bianca, un mix di spettacolo, cultura e tradizioni locali nel segno della solidarietà e della condivisione, che si è svolta sabato sera dalle 20 fino alle due del mattino.

A presiedere la solenne celebrazione liturgica, ieri mattina, è stato mons. George Gänswein, prefetto della Casa pontificia del Vaticano e segretario particolare di Benedetto XVI, accolto con entusiasmo e curiosità dalla comunità messinese dei devoti alla quale il vescovo ha portato il saluto e la benedizione speciale dei due Papi.

Prendendo spunto dal Vangelo, ha proposto una lunga riflessione sulla visione distonica che noi cristiani abbiamo della vita terrena per la quale giustifichiamo spesso le azioni più assurde, sostenuti da un Vangelo che edulcoriamo “ad usum delphini”. «L’esempio di S. Antonio – ha detto –, così come quello di San Francesco, suo coevo, ci guidi per orientarci verso un ritorno al radicalismo evangelico, necessario per comprendere il senso vero della vita, della felicità e dei rapporti con gli altri». Poco prima dell’inizio della celebrazione, il programma televisivo “A sua immagine” in onda su Rai Uno, ha trasmesso lo speciale dedicato alle due Basiliche antoniane di Padova e Messina.

Fuori dal Santuario, già da sabato pomeriggio, un gruppo di volontari distribuiva ai fedeli i tradizionali panini benedetti, segno devozionale derivante dall’iniziativa del “pane dei poveri”, diffusa già in passato in molte chiese e, in particolar modo, in quelle rogazioniste dove opera la “caritas antoniana”, un’organizzazione che esprime in forme più attuali e diversificate l’aiuto materiale verso i bisognosi. A Messina, la realtà rogazionista da anni si spende per aiutare i bisognosi e anche i bambini orfani, grazie alla collaborazione dei tantissimi volontari e della stessa famiglia religiosa guidata dal rettore del Santuario padre Mario Magro.

Alle 19,30 si è svolta la processione del Santo, con il Carro Trionfale e l’urna dorata contenente le sue reliquie alla presenza, oltre che di mons. Ganswein – che ha benedetto i fedeli e la città tutta – e di altri sacerdoti dell’Arcidiocesi, delle massime autorità civili e militari.

Il corteo ha percorso le vie Ghibellina, Santa Cecilia, Cesare Battisti, Tommaso Cannizzaro, piazza Cairoli e viale San Martino per poi tornare dinanzi al Santuario dove, prima della benedizione finale, i bambini del Piccolo Coro Antoniano hanno intonato il tradizionale inno al Santo. I festeggiamenti si sono conclusi con lo spettacolo di fuochi pirotecnici allestito in piazza Annibale Maria di Francia e con il concerto delle bande musicali Giuseppe Verdi di Faro superiore e quella di Santo Stefano Medio.

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