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Vietti: la Corte d’appello è salva

Se ne parla da parecchio tempo. Gli appelli e le riunioni in città si sono susseguiti per mesi. Ma ora a quanto pare c’è un primo chiaro spiraglio: la Corte d’appello a Messina non verrà soppressa. E a dirlo è Michele Vietti, che è stato già vice presidente del Csm e adesso presiede la Commissione ministeriale per la geografia giudiziaria nominata dal guardasigilli Andrea Orlando.

A prendere posizione e a comunicare lo stop alla ventilata soppressione sono in una nota congiunta le camere penali di Messina e Patti.

Ecco il testo: «La Camera penale di Messina “Pisani-Amendolia” con il presidente Giuseppe Carrabba e i colleghi Adriana La Manna e Manuela Mancuso, insieme alla Camera penale di Patti con il suo presidente Carmelo Occhiuto, in questi mesi si sono occupati delle problematiche afferenti la paventata soppressione della Corte d’appello di Messina. In ragione di ciò, nel corso di varie riunioni del Consiglio delle Camere penali hanno evidenziato le innumerevoli ragioni a sostegno della ferrea opposizione manifestata alla soppressione. Ed hanno provveduto a redigere un documento a firma congiunta delle due Camere territoriali che è stato inviato all’Unione camere penali al fine di ottenere il suo supporto».

Ecco il passaggio-chiave: «A seguito di tale lungo lavoro, nel corso della recente riunione del Consiglio delle Camere svoltasi a Roma il 9 aprile scorso è stato reso noto che il presidente Michele Vietti ha dichiarato che la Corte d’appello di Messina non verrà soppressa».

Quindi c’è una presa di posizione ufficiale da parte dell’on. Vietti che ha presieduto la commissione dei “tagliatori di teste e tribunali”.

Ancora la nota congiunta: «La superiore determinazione - afferma l’avvocato Occhiuto -, è stata adottata grazie alla copiosa documentazione offerta dalle due Camere nel documento inviato all’Unione. La Corte d’appello di Messina - prosegue l’avvocato Carrabba -, non verrà soppressa sia per il carico di procedimenti pendenti sia per il numero di abitanti dell’intero circondario giudiziario».

Ed ecco l’ultimo passaggio della nota congiunta: «La permanenza della Corte messinese rappresenta una grandissima vittoria per l’avvocatura, ma soprattutto - sostengono entrambi i presidenti -, una garanzia di civiltà e tutela della cittadinanza di tutta la provincia di Messina».

Quindi a quanto pare è scongiurato un effetto a catena devastante per Messina. Basti pensare che con la soppressione della Corte d’appello sarebbero “scomparsi” anche tutta un’altra serie di uffici giudiziari e non: le Misure di prevenzione, il Tribunale di sorveglianza, il Tribunale dei minori, la Direzione distrettuale antimafia, la Dia e l’Avvocatura dello Stato, la Legione dei carabinieri, il Consiglio notarile ed altre strutture. Si sarebbe consumata oltretutto una clamorosa beffa: le prime 17 città d’Italia sarebbero state tutte sede di Corte d’appello e Messina, la tredicesima, ne sarebbe rimasta priva.

Senza contare che - ed è questa la motivazione assolutamente fondamentale -, con la soppressione di strutture investigative di primo livello, si sarebbe consegnata una provincia intera alla criminalità organizzata e soprattutto alle famiglie mafiose che nella provincia di Messina esistono, basti pensare a quella di Barcellona, e sono ancora “attive”.

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