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La verità, la compassione
e la capacità di ascoltare

La verità, la compassione e la capacità di ascoltare

«La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società … Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli».

Si è partiti dal messaggio di Papa Francesco per la 50. “Giornata mondiale delle comunicazioni sociali” ieri mattina nella cappella Santa Maria dell’Arcivescovado, durante l’iniziativa promossa dall’Arcidiocesi in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti, nel corso della quale mons. Antonino Raspanti, amministratore apostolico dell’Arcidiocesi, ha dialogato con Lucio D’Amico, direttore di Rtp e vicecaporedattore della Gazzetta del Sud, su “Comunicazione e misericordia, un incontro fecondo”.

«Il Papa mette al centro la questione relazionale – afferma mons. Raspanti – auspica che anche il linguaggio della politica e della diplomazia si lasci ispirare dalla misericordia e fa appello soprattutto a quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica, affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi. È importante il contenuto, ma anche il modo in cui ci si esprime». «La società cresce – prosegue l’amministratore apostolico dell’Arcidiocesi – se c’è un clima costruttivo. La società è fatta da tutti e il collante sociale è la fiducia. Quando la notizia è data in maniera offensiva, aggressiva ed è gridata, diminuisce il senso critico e aumenta l’oscurantismo, perché aumenta la faciloneria».

Subito dopo, l’intervento di D’Amico: «Ho letto più volte il messaggio del Papa, che interpella il mio modo di fare giornalismo e il modo di fare comunicazione di tutti noi. Noi che viviamo di parole. E le parole sono armi: possono ferire come alleviare le sofferenze e aiutare. Le parole sono pesanti e possono incidere notevolmente sulla vita delle persone. Per questo, anche se i tempi spesso lo impediscono nel nostro lavoro, è importante valutarle e capire cosa possano comportare». Poi, il direttore di Rtp si sofferma su un altro passo del documento: «“Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza”. Ma spesso, purtroppo, non si riesce ad ascoltare. Kierkegaard diceva che lo spirito di pace è fuoco e il cristiano un incendiario. Ma è necessario anche essere rispettosi e capaci di ascoltare. Mettere in crisi e metterci in crisi è un elemento della nostra professione, un elemento del cristiano e anche di chi ha un approccio laico con la comunicazione». L’incontro, organizzato in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è stato introdotto da don Giuseppe Lonia, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali. In apertura dei lavori, è intervenuta Gisella Cicciò, consigliere regionale dell’Ordine dei giornalisti.

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