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La sfiducia ad Accorinti crea "vuoti d'aria" nel Pd

poltrona sindaco

La strada è tracciata verso la sfiducia al sindaco Renato Accorinti ma la volontà manifestata da diversi consiglieri dovrà adesso superare la prova dei numeri. Al momento sono dodici coloro pronti ufficialmente a chiudere anzitempo l'esperienza "dal basso": all'originario Adamo (Vento dello Stretto) si sono aggiunti lunedì i “dissidenti” Russo, Zuccarello, Scuderi e Sindoni che hanno depositato la bozza notarile, mentre ieri hanno compiuto il loro passo i Dr, oggi Sicilia Democratica. In tutto sei consiglieri, sette con Giovanna Crifò che si è agganciata al treno prendendo una posizione diversa rispetto al resto di Forza Italia. Mancano dunque all'appello altre quattro sottoscrizioni per presentarsi in aula e provare a mandare a casa primo cittadino e Giunta, conseguentemente alla decadenza del Consiglio che aprirebbe le porte al commissariamento prima e a nuove elezioni poi. La partita adesso è aperta, tutto da decifrare il quadro che emergerà.

LA TRIPLICE ALLEANZA. Beppe Picciolo fa “l'avvocato” del commissario Ernesto Carbone con l'evidente tentativo di tenere agganciati i Drs al Pd in attesa di una programmazione prospettica con vista sul Comune di Messina. La conferenza di presentazione del documento con il quale Sicilia Futura ha sfiduciato Accorinti è servita anche al capogruppo all'Ars per lanciare un segnale ben preciso agli alleati, dopo le dichiarazioni del deputato cosentino rilasciate lunedì: «E' stato chiesto un cambio di passo all'Amministrazione attuale, noi siamo abituati a fare richieste di questo tipo a forze politiche nostre amiche e non a chi sta dall'altra parte, quindi evidentemente c'è qualcosa da chiarire». Sembra una stilettata ma non lo è, visto che Picciolo aggiunge subito dopo: «Ho parlato con Franco Rinaldi e con Giuseppe Fioroni, che è il riferimento di Carbone, con il quale mi propongo nei prossimi giorni di avere un'interlocuzione diretta, credo si possa trovare dei punti di accordo». Si parlerà di presente e futuro, soprattutto perché, oggi, il Partito Democratico non si sente affatto convinto di lanciarsi nella competizione elettorale e non ha nemmeno tanta voglia di mostrare i muscoli. E poi c'è l'Udc, la terza forza con il candidato sindaco in caldo, quel Giovanni Ardizzone oggi presidente dell'Assemblea regionale il cui passo sembra però più probabile alla fine dell'attuale legislatura siciliana.

PD, SOLITI FUOCHI INCROCIATI: PANARELLO PICCHIA, CALABRO' SI RICANDIDA. In Aula è il partito numericamente più forte, ma fuori nel Pd è solita bagarre che non consente, come spesso è accaduto nella storia del partito, di sfruttare le potenzialità. In questo momento la linea predominante sembra andare in senso contrario rispetto alla sfiducia che aprire subito le porte alla campagna elettorale. Il Pd proprio adesso sta provando a rialzarsi, dando vita ad una ricostruzione strutturale dopo il terremoto genovesiano, che porta oggi alla necessità di rilanciare l'azione attraverso figure credibili. «La drammaticità della situazione di Messina impone una discussione approfondita nel Partito Democratico messinese e auspico che Carbone si muova, rapidamente, in questa direzione - commenta il parlamentare regionale Filippo Panarello -. Le fughe in avanti non sono utili sia che vengano dal basso, sia che vengano dell’alto. Se poi si muovono su linee contrapposte, sfiducia o alleanza, creano confusione tra gli elettori e i cittadini e rischiano di appannare il profilo e complicare l’azione del Pd». E' evidente il riferimento a quanto accaduto nelle ultime ore, con il vertice che è andato in una direzione ed altri esponenti, come Zuccarello, Sindoni e Russo, considerati di area centrosinistra, che invece hanno dato un'accelerata verso la sfiducia: «I consiglieri comunali del Pd, che non hanno la tessera al pari di tutti gli altri eletti, ma che hanno proposto una mozione di sfiducia al Sindaco, in assenza di un luogo di confronto interno al partito, ritengono, a torto o a ragione, di interpretare il malessere diffuso tra i cittadini per l’attività amministrativa della giunta Accorinti. A partire dalla gestione, non esaltante, dell’emergenza idrica, che ha fatto ritornare la città al clima esasperato di quarant’anni fa. Perciò, dobbiamo impegnare i governi, regionale e nazionale, guidati dal Pd, a dare una mano per fronteggiare la nuova emergenza che si prospetta, scongiurando ulteriori sofferenze per la cittadinanza. Nel contempo, evitando toni insultanti da parte di tutti, sviluppiamo un confronto serrato per definire l’iniziativa del Pd, che deve, ovviamente, mettere al centro gli interessi della città». Felice Calabrò, candidato sconfitto alle ultime amministrative da Renato Accorinti, rilancia invece la propria leadership, sottolineando la volontà di rimanere all'opposizione e dichiarandosi pronto a scendere di nuovo in campo come alternativa all'attuale gestione, anche solo, senza partito, qualora il Pd dovesse fare delle scelte diverse.

L'AREA RENZI: “IL PD DISCUTA DEL SUO FUTURO IN ASSEMBLEA STRAORDINARIA”. «La difficile situazione amministrativa che la città di Messina sta vivendo in questi giorni impone una riflessione approfondita circa le condotte politiche da perseguire perché si possa trovare una via di uscita politica ed una prospettiva di rilancio delle risposte alle aspettative di governabilità che i messinesi legittimamente richiedono a gran voce - scrivono in una nota Alessandro Russo, Francesco Palano Quero, Guglielmo Sidoti, Filippo Cangemi, Liliana Modica, Giacomo D'Arrigo e i parlamentari Tommaso Currò e Giuseppe Laccoto -. In questo quadro di urgente necessità di ritorno alla politica il Partito Democratico deve rilanciare la propria vocazione a guidare il cambiamento in città, costituendone asse fondamentale. Per tali motivazioni apprendiamo con soddisfazione la notizia che il commissario del Pd Messina, Ernesto Carbone, il quale nelle scorse ore ha molto responsabilmente ricordato la centralità del Pd nella politica della città, ha deciso di indire al più presto – entro la prossima settimana – un’assemblea di amministratori e militanti per poter stabilire in tale sede la strada più corretta, responsabile e condivisa da far assumere al Partito nelle prossime settimane, senza che alcuna ipotesi venga preclusa: abbiamo davanti sfide difficilissime ed urgentissima da affrontare: il dissesto idrogeologico, il rilancio infrastrutturale dell’area dello Stretto, l’investimento dei fondi della programmazione comunitaria lasciati colpevolmente a perdersi senza neppure mettere mano alla progettazione, la vocazione di sviluppo di Messina. Riteniamo necessario ed urgente un tale incontro al fine di concordare una posizione maggioritaria comune sul da farsi, che torni a dare autorevolezza al Partito, sfilacciato in rivoli contrapposti di posizioni personalistiche ed egoistiche che ne minano la credibilità dinanzi all’opinione pubblica e l’efficacia complessiva dell’azione politica».

I CAPIGRUPPO CHIARISCONO: MAI ALLEATI CON ACCORINTI, PERO'. Provano i capigruppo in Consiglio dello schieramento Pd, Paolo David, Giuseppe Santalco e Francesco Pagano, a mettere ordine in questo quadro confuso che si è andato delinenando e che evidenzia le difficoltà che ha il Pd quando bisogna fare quadrato: «Abbiamo sempre vigilato in Consigliio apportando un contributo fattivo all'approvazione di delibera legittime e sostenibili, propositivi nel fare e nei comportamenti d'aula, mantenendo spesso il numero legale, soprattutto su atti di vitale importanza dal punto di vista finanziario – hanno spiegato i tre -. Ciò lo abbiamo fatto con senso di responsabilità nel tentativo di risollevare le sorti finanziarie dell'ente. Ma purtroppo non è stato corrisposto di contro un leale riconoscimento del ruolo del Pd in seno al Consiglio da parte di sindaco e Giunta. Per questi motivi ribadiamo che non siamo stati né intendiamo essere assolutamente alleati con questo sindaco nei confronti del quale prendiamo le distanze sul piano politico. Al momento Accorinti può diventare interlocutore politico con i gruppi consiliare del Pd solo se riconoscerà i propri errori gestionali e quelli di alcuni assessori, ammetterà l'incapacità di governare e gestire una macchina amministrativa complessa come quella del Comune di Messina e si confronterà in aula su un serio e articolato programma di sviluppo della città. Se ciò non avverrà, è chiaro che non vedendo a breve alcun cambio di rotta che sia degno di un nuovo impulso, partendo dalla coalizione che ha ha partecipato alle ultime elezioni, avvieremo entro poco tempo un serio ed articoloato ragionamento politico per individuare insieme, senza apriorismi, un percoso che possa portare a fare nuovamente votare i messinesi».

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