Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tutti in fila, tra
rabbia e rassegnazione

 Difficoltà e disagi. Quella di ieri, per l’emergenza idrica, come era prevedibile, è stata, per i messinesi, la giornata peggiore. Se fino a lunedì, infatti, in tanti sono riusciti ad arrangiarsi con le rispettive riserve nei serbatoi, ieri praticamente tutti sono rimasti a secco. E ognuno si è organizzato come ha potuto. Ma se per buona parte dei cittadini si è trattato di fare i conti con inconvenienti, per quanto fastidiosi e certamente intollerabili in una città d’Europa, per alcuni in particolare i problemi sono stati ben più seri. «Mia madre è disabile – racconta la signora Enza Zuccaro –, non abbiamo un serbatoio, siamo senza acqua già da sabato e stiamo facendo i conti con disagi enormi». Insieme con la donna, l’assistente per i disabili Angela Scarfì, che si occupa di cura ed igiene e che in questi giorni si è recata puntualmente, anche più volte al giorno, alla fontana presente sul viale Boccetta per raccogliere l’acqua necessaria a garantire i servizi essenziali alla sua assistita: «Le difficoltà sono enormi per tutti – afferma –, ma che nel 2015 si debba vedere persone con problemi seri dover fare i conti anche con emergenze simili, che li aggravano notevolmente, è davvero assurdo. La donna che assisto –aggiunge –si sveglia ogni mattina alle quattro chiedendoci di andare a vedere se sia arrivata l’acqua, non ne può più». Intorno alla stessa fontana, decine di persone pazientemente in fila, armate di bidoni e bottiglie di plastica. Un’immagine che si ripete nei pressi di tutte le fontane della città, da nord a sud. E che sembra la scena di un film ambientato in un lontano passato, o in un periodo di guerra e carestia. Tra loro, il signor Nicola Beccore, che vive nella zona di Tremonti e spiega che a casa sua «ci si arrangia come si può, mangiando panini e usando piatti e posate di plastica per non sporcare, ma per potersi lavare e per poter utilizzare il bagno devo venire a prendere l’ac - qua alla fontana fino a tre volte al giorno, è molto stancante. Ed umiliante». Dopo aver raccolto l’acqua «per le primarie necessità», Danilo Delia, che tiene per mano il suo bambino di appena tre anni, spiega che ogni mattina si trova costretto «ad andare fino a Briga, a casa di una mia cugina, per poter lavare mio figlio». Poco più in là, intorno ad una fontana di Paradiso, si sente chiedere di continuo «chi è l’ultimo?», mentre decine di messinesi si mettono in coda. È avvilita la signora Natalina Muscatello, che vive sul viale Regina Margherita: «È una situazione inaccettabile. Il problema non deve essere sottovalutato. Mi auguro che dopo questa emergenza si provveda tempestivamente a creare un’alternativa valida per rifornire d’acqua Messina. Non si può lasciare un’intera città a secco per un guasto. Senza contare che, se mai si verificasse un danno di gravissima entità, potremmo trovarci a fare i conti con serissimi rischi igienico-sanitari. I disagi sono tanti per tutti – continua –, ma penso soprattutto a tutte quelle persone anziane e sole che non possono organizzarsi tanto facilmente, e sono tante». Anche il signor Sinibaldo Arcidiano fa «scorta per alcuni amici». Storie di solidarietà che possono essere considerate l’unico aspetto in un certo senso positivo di giornate in cui i messinesi sono stati messi a dura prova, insieme con le piccole gite fuori programma che, chi ha potuto, ha fatto recandosi nelle proprie case al mare in provincia soltanto per lavarsi o proprio trasferendosi là per qualche giorno, approfittandone per «staccare dai ritmi cittadini». Magre consolazioni, in quella che, a causa di un imprevisto prevedibile destinato a ripetersi se non si provvederà a trovare soluzioni alternative, verrà ricordata come l’emergenza della vergogna. Una delle tante. «A Palermo situazioni simili non si verificano da anni –afferma Baldo Cataliotta, in questi giorni a Messina dalla compagna –, nel 2015 una situazione simile può verificarsi soltanto a Messina. Mi chiedo che futuro possa esserci per questa città, se si va avanti così». La stessa domanda se la pongono Giuseppe ed Alessandra Giaimo, in attesa di un bambino: «Vivere disagi simili nel periodo della gravidanza – dice la donna in dolce attesa – non può che portare ad amare riflessioni. È difficile immaginare un futuro roseo già per la mia generazione. E non posso non chiedermi soprattutto che futuro potrà esserci a Messina per i nostri figli». Se lunedì, quando ancora la città non era rimasta del tutto a secco, per le vie cittadine si respirava rabbia ed esasperazione, ieri lo stato d’animo generale era quello della rassegnazione. Qualcuno, per poter buttare l’acqua in bagno, si è rimboccato le maniche ed è andato a riempire secchi fino al mare. Fino a quella che sembra essere rimasta l’unica ricchezza inesauribile e consolazione per Messina. Nonostante tutto.

Caricamento commenti

Commenta la notizia