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Correntisti truffati
da promotore finanziario

MESSINA – Si sarebbe intascato ingenti somme di denaro, truffando i “suoi” clienti in Sicilia e in Calabria con la scusa di effettuare per conto loro una serie di investimenti; falsi. Così, un promotore finanziario e agente della banca Fideuram di Messina, approfittando della fiducia guadagnata negli anni da alcuni correntisti e contando soprattutto sulla loro scarsa confidenza con la materia squisitamente finanziaria, li ha convinti a disinvestire alcune somme impiegate in determinati fondi, per investirle in altri. In realtà, una volta fatti firmare i mandati di disinvestimento per far confluire le somme, precedentemente investite, sui rispettivi conti correnti dei clienti, questi soldi sono stati subito dopo fatti "fuoruscire" dai conti mediante l’emissione di assegni bancari tratti con firma di traenza falsa. I poveri correntisti ovviamente non hanno mai firmato quegli assegni, né certamente avrebbero mai immaginato che i loro quattrini finissero nelle mani di beneficiari a loro sconosciuti. Addirittura c'è chi non ha mai avuto neppure il libretto degli assegni. Il promotore-truffatore adesso è stato allontanato da Banca Fideuram che tuttavia ha ritenuto di non risarcire i correntisti in questione.
E qui è scoppiato il finimondo. Si è innescata una controversia e alcuni dei clienti hanno legittimamente deciso di andare fino in fondo, chiedendo alla banca la restituzione di tutti quei risparmi di una vita, illegittimamente sottratti dal promotore “di fiducia” dell’istituto di credito che avrebbe preso le distanze dal promotore finanziario. Ma i correntisti si sono rivolti alla Procura della Repubblica, rappresentati dall’avvocato Andrea Caminiti, del foro di Messina, il quale porta avanti la causa di tre di loro che si sono visti sottrarre complessivamente più di 150mila euro. La banca avrebbe offerto ai tre clienti la restituzione solo di una parte delle somme; ma loro hanno rifiutato e scelto di andare avanti per riavere tutti i soldi.
Ormai sono trascorsi cinque mesi da quando, una mattina dello scorso mese di maggio, i tre clienti messinesi (due pensionati e un disoccupato) sono stati convocati nella filiale di via Tommaso Cannizzaro dove è stato comunicato loro che i loro risparmi depositati ed investiti lì, proprio in quella banca, erano spariti. Così Carmelo Laganà, Concetto Celi e Giuseppe Villari incassando amaramente il colpo basso, non hanno potuto far altro che rivolgersi all’avvocato per chiedere giustizia. “Dal mese di maggio, stiamo vivendo un incubo – commenta sconfortato il signor Villari – da un giorno all’altro abbiamo scoperto che i nostri risparmi di una vita sono spariti ed oggi non abbiamo un euro nei nostri conti correnti. Io sono disoccupato, e gli altri due investitori truffati sono due poveri pensionati; se avessimo urgente bisogno di soldi per le nostre famiglie, non sapremmo davvero come fare. Già uno di noi si è dovuto ricoverare per motivi di salute ed è stato aiutato finanziariamente dai suoi parenti; ma è davvero mortificante questa situazione e non so per quanto potremo andare avanti così. La cosa più umiliante, comunque, è stata quella di vederci negare il rimborso integrale dei nostri risparmi dalla Banca, come se noi fossimo corresponsabili della truffa subita da parte del promotore finanziario della Fideuram. La Banca - prosegue  Villari - ci ha convocato facendoci intendere informalmente di essere disposta a restituirci solo una parte dei risparmi a noi sottratti, ma lo riteniamo davvero offensivo e ingiusto e non comprendiamo il motivo per cui non dobbiamo riavere indietro tutti i nostri soldi. Ho sentito che molte altre persone sono state truffate, anche in Calabria, dallo stesso promotore e che gli importi complessivamente sottratti siano davvero ingenti; noi ci siamo dovuti rivolgere ad un legale il quale ha già depositato alla Procura della Repubblica una denuncia contro il promotore finanziario e promosso un giudizio civile di risarcimento danni contro Banca Fideuram”. Il legale ha sporto querela contro il promotore e promosso un giudizio civile contro la banca per violazione della normativa che, in casi del genere, obbliga l’intermediario a rispondere dei fatti illeciti del proprio promotore. “Non so quale sia la strategia della Banca - aggiunge Villari - ma se si pensa che, pur di evitare le lungaggini di un giudizio civile, ci piegheremo accontentandoci di perdere parte dei nostri risparmi si sbagliano: abbiamo fiducia nella magistratura e se dovremo mangiare pane e cipolla per i prossimi anni lo faremo, ma noi ai nostri diritti non rinunciamo. Sono i nostri soldi”.

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Da Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking S.P.A riceviamo e pubblichiamo: 

"Teniamo a precisare che, a differenza di quanto da voi riportato, la Banca ha fornito massima assistenza alla clientela per la ricostruzione delle sue posizioni, gestendo con la consueta diligenza e tempestività tutte le richieste di risarcimento presentate dai n. 13 clienti coinvolti.
 
In particolare, Fideuram ha proceduto e sta procedendo, sulla base di quanto emerso all’esito delle istruttorie compiute sulle singole posizioni e dei danni accertati, ad effettuare i relativi risarcimenti (allo stato già n. 6 clienti hanno raggiunto e formalizzato un accordo transattivo con la Banca).
 
Fideuram inoltre, quale parte offesa della vicenda, sta fattivamente collaborando con l’Autorità Giudiziaria per lo sviluppo delle indagini.
 
E’ assolutamente pertanto priva di ogni fondamento, nonché lesiva della reputazione della Banca, la dichiarazione pubblicata  sulla vostra testata online circa l’assoluto disinteresse che avrebbe manifestato la Società nella vicenda.
 
Ci auguriamo che queste precisazioni possano essere utili ai vostri lettori per valutare la correttezza dell’operato di Fideuram S.p.A.".
 

 

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