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Verde e cimiteri
senza tutela

“Difendo e ribadisco le mie affermazioni rilasciate ad una tv locale, che sarebbe appunto la Rtp, anche se l’assessore Ialacqua evita di citarne il nome”. Così l’assessore al verde pubblico, all’arredo urbano, ai cimiteri e all’ambiente in generale del comune di Messina sul suo profilo Facebook. Ha scelto la rete quindi, per ribadire la sua scelta che, mercoledì scorso ha    rappresentato davanti al tribunale, a nome dell’intera giunta comunale. Almeno così ha detto. Una posizione ribadita anche all’indomani delle esternazioni di un altro componente della stessa giunta e dello stesso sindaco Accorinti che, manifestando piena solidarietà alla Polizia munitale, ha praticamente fatto marcia indietro, sui contenuti di un’intervista rilasciata quasi in contemporanea a quella di Ialacqua.  

Difendo il mio essere lì, davanti al tribunale, non solo come un semplice cittadino, ma come assessore di una giunta che è nata con lo slogan e con il principio programmatico “cambiare Messina dal basso”, scrive Ialacqua. I fatti dicono che però, qualche altro assessore della stessa giunta, lì, davanti al tribunale, avantieri mattina non ci sarebbe proprio andato.  

E allora, vista la presa di posizione odierna Ialacqua, qualcuno dovrebbe affrettarsi a spiegare cosa sta accadendo all’interno dell’esecutivo di palazzo Zanca. Non si può dar torto a Ialacqua quando parla di libertà di opinione e di espressione, ma visto il modo in cui gli attivisti con i quali solidarizza, lo hanno manifestato in piazza, non gli si può dare ragione. Cosa che ha fatto, prendendo le distanza l’assessore  alla mobilità e alla polizia municipale Gaetano Cacciola.  La dice lunga anche la foto che Ialacqua pubblica nel suo profilo a sostegno della difesa della sua decisione. Le tende, per manifestare, fosse anche per una giusta causa, non si possono  piantare nel bel mezzo di un’aiuola. Anche se Ialacqua, sempre al nostro microfono si prodiga a paragoni che sinceramente non sono calzanti…Indossare una maglietta a sostegno di una protesta, anche se non condivisibile, non è come piantare la tenda su un’aiuola tra l’università e il tribunale.

Le aiuole vanno tenute bene, anche e soprattutto quelle dinnanzi ad un plesso scolastico, dove tra pochi giorni suonerà la campanella e dove invece, da mesi, nessuno è più andato a curarle. Qui, magari, docenti e genitori degli alunni, avrebbero voluto vedere l’assessore al verde pubblico  in una delle sue uscite. O a  Pace, dove fino a qualche giorno fa  le erbacce ostruivano il nome delle salme, sarebbe dovuto andare l’assessore ai cimiteri. 

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