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Monte dei Paschi, folle assalto a volto scoperto

  Assalto eclatante al Monte dei Paschi di corso Garibaldi. È la rapina consumata ieri pomeriggio da due banditi che hanno agito a viso scoperto sfidando il sistema di videosoveglianza della banca e della zona, e con una singolare “arma” in più: un telefono cellulare che un rapinatore ha accostato all’o r e cchio di una dipendente costretta a subire minacce personali. Una modalità da film, quest’ultima, quasi compiaciuta, di cui non si ricordano precedenti a Messina. Inoltre sia i banditi in carne e ossa che la “voce” al telefono avrebbero tradito un accendo catanese, anche se una simulazione non può certo essere esclusa. È caccia a un terzetto, dunque, da parte della Squadra mobile della Polizia – i due che hanno fatto irruzione nell’istituto di credito e un terzo che li avrebbe attesi fuori in auto – da quando, erano le 15.30 di ieri, l’i n c r edibile e teatrale colpo è stato compiuto. Dall’ingresso principale sono entrati due uomini, d’età compresa fra i trenta e i quarant’anni, uno brandendo un pezzo di taglierino portato dentro senza far scattare il metal detector. Hanno minacciato, con l’a rma e le parole, i quattro dipendenti alle casse, costringendoli ad allontanarsi dalle rispettive postazioni e ad ammassarsi nella parte posteriore della sala, così hanno tirato fuori e setacciato tutti i cassetti alla ricerca del contante. Arraffati 22.000 euro. Ma nel corso della rapina, per suscitare la maggior paura possibile, uno dei due rapinatori non avrebbe esitato ad accostare all’orecchio di una dipendente, un telefonino da dove qualcuno l’a v r e bbe minacciata affinché provvedesse a consegnare tutto il denaro. «Sappiamo tutto di te», sarebbe stata la frase scandita da quella voce forse registrata. Alla fine, probabilmente convinti d’aver ottenuto il massimo, si sono allontanati a piedi, disinvoltamente, sul marciapiede di corso Garibaldi, quasi sicuri di non potere essere identificati. È verosimile che, ad aspettarli in una traversa vicina, vi fosse un terzo uomo con il quale sono fuggiti a tutto gas in direzione dello svincolo di Boccetta o di Giostra.

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