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Messina, il solito tempo dei silenzi. Le ambizioni si scolpiscono adesso

Nessuna comunicazione a una settimana dall’ultimo impegno ufficiale. Magari stavolta non si perderà il tempo disponibile per pianificare..

È trascorsa più di una settimana dall’ultima partita ufficiale del Messina, persa a Monopoli: la squadra ha continuato ad allenarsi mentre dalla società, nonostante l’annunciata possibilità di comunicare a breve programmi e ambizioni future, si è fermi al “silenzio conservativo” annunciato proprio nel post-gara del “Viviani”. Che però, a parte la visita di Plescia e Salvo a Spadafora e e qualche foto circolata all’impazzata sui social, non ha portato ad alcuna dichiarazione “filtrata” di tesserati.
Insomma, attesa per i tifosi. La “solita” che ha caratterizzato i periodi estivi per scoprire se si sarebbe andati avanti ripercorrendo il percorso della stagione precedente o cambiato ancora, di fatto come ogni annata durante l’attuale gestione del club. I contatti che ci sono stati con i responsabili dell’area tecnica, di carattere pressapoco interlocutorio, non hanno portato a nessuna fumata definitiva. I vertici si stanno muovendo sottotraccia per valutare il da farsi, mentre la speranza è che stavolta non venga vanificato il “vantaggio” di avere ottenuto la permanenza in categoria, potendo così pianificare in tempi diluiti la stagione successiva.

Le questioni da affrontare sono parecchie. Si deve partire dalle caselle dirigenziali, a cominciare da un direttore generale dalle riconosciute competenze operative e di rappresentanza, proseguendo con un team manager e altre figure necessarie per rispondere alle esigenze logistiche e strutturali di una società di Lega Pro. L’addio di Costa e Cammarata equivale all’ennesima separazione, un addio che segue quello di tantissimi predecessori. Un caso?
Chiaramente si resta in attesa di conoscere il futuro del direttore sportivo Domenico Roma e dell’allenatore Giacomo Modica. Dal confronto potrebbe giungere un riavvicinamento deciso, soprattutto con il tecnico di Mazara, dopo le frizioni palesate durante l’anno, quando l’allenatore ha chiesto un contorno all’altezza della piazza di Messina: rispetto sul piano delle scelte arbitrali, impianti che rispondano alle esigenze della prima squadra, dinamiche interne coerenti con ciò che la Lega Pro richiede, rapporti fluidi e risposte certe dall’Amministrazione comunale che vadano al di là del mantenimento di rapporti “politici” tra le parti. Prese di posizioni che hanno ottenuto il sostegno dei club organizzati, che sono tornati a chiedere un cambio passo o un cambio di proprietà. E con i quali i rapporti vanno inevitabilmente recuperati.

Dalla conferma o meno di Roma e Modica dipenderà la definizione del progetto sportivo, che passa da idee in termini di approccio offensivo e moduli, ma che anche in questo senso ha bisogno di tempo per ricostruire una squadra che da giugno in poi potrà contare su appena cinque elementi, alcuni dei quali potrebbero anche salutare perché già corteggiati sul mercato, magari finanziando il futuro mercato giallorosso. Saluterà un leader come Nino Ragusa, potrebbe anche restare Fumagalli, le nuove colonne dovrebbero essere Manetta e Franco, ma serviranno altri elementi chiave nello spogliatoio e giovani su cui puntare in ottica minutaggio. Insomma, il lavoro da fare è tanto.

E poi il settore giovanile, dopo l’addio annunciato con il “gruppo Camaro”, si andrà molto probabilmente verso un nuovo affidamento esterno, perché finora il Messina non ha di fatto mai dato vita a un percorso proprio, affidandosi a collaborazioni che però (anche in questo caso) si sono puntualmente interrotte. Eppure, sarebbe un altro importante passaggio per un progetto realmente ambizioso e duraturo.

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