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Cessione del Messina
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Senza versioni ufficiali, per capire i motivi del nuovo rinvio, occorre affidarsi alle supposizioni, una delle quali è, peraltro, fondatissima. Domani pomeriggio il procuratore federale Stefano Palazzi, dopo quelli del Catania, dovrebbe rendere noti i deferimenti a carico delle squadre e dei tesserati dell’operazione “ Dirty Soccer” , inchiesta portata avanti dalla squadra mobile di Catanzaro che, nei mesi scorsi, ha portato alla luce una serie di partite aggiustate del torneo di Legapro.

Il Messina attende di conoscere quanto gravi siano le accuse nei confronti del Catanzaro ma soprattutto di Barletta e Vigor Lamezia. L’eventuale condanna di queste società per responsabilità diretta da parte della giustizia sportiva, costringerebbe a riscrivere le classifiche dell’ultimo torneo e la formazione peloritana potrebbe essere riammessa al campionato di competenza, cioè quello di Legapro. E’ chiaro che l’acquisizione di una società che abbia la possibilità di giocare nel terzo campionato nazionale vale, se vogliamo, anche un piccolo sacrificio economico in più. In serie D, invece, questo tipo di operazione, con entrate minime e costi di gestione altissimi, non avrebbe molto senso. Lo sa Pietro Lo Monaco ma anche Natale Stracuzzi che vuole rilevare la società a costi ragionevoli e spingersi oltre i riconosciuti debiti l’erario, quantificati in 600mila, con pagamento dilazionato in 10 anni.  Al di là della mancanza di qualche documento e di qualche passaggio nell’ultimo bilancio da chiarire, se l’incontro tra le parti si fosse tenuto domani, il presidente Lo Monaco non avrebbe nessuna certezza sulle possibilità di riammissione del Messina, diversamente da lunedì quando il quadro sarà comunque più chiaro.

Un altro, possibile, motivo del rinvio è che il patron stia ascoltando altre proposte. A giugno ne ricevette una informale da parte di Roberto Sacca, il presidente del Miami United, originario di Santa Teresa di Riva, e grande tifoso del Messina. Ma in quel caso non si andò oltre un semplice sondaggio. Due mesi dopo gli scenari sono cambiati con Lo Monaco quasi costretto a vendere per il fallimentare campionato culminato con la retrocessione e con il feeling, ormai inesistente, con la piazza, delusa e tradita dai fatti e dalle parole.

 

 

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