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Da una nave di una Ong maltese sbarcati a Messina 406 profughi

 Altri 406 migranti, oltre 300 eritrei e gli altri suddivisi tra siriani e sub sahariani, sono sbarcati ieri pomeriggio al Molo Marconi. Sono discesi dalla nave Phenix dell’organizzazione non governativa maltese Moas. E con questo sesto sbarco del 2015 i fuggitivi accolti e transitati dalla città dello Stretto superano già i duemila. Ancora una volta, in coincidenza con il superlavoro coordinato in porto da Prefettura, Questura, Asp e volontariato – screening sanitario e identificazione – è stato necessario liberare sia la tendopoli al Palanebiolo di Conca d’Oro che la caserma Gasparro di Bisconte di parte dei precedenti ospiti (trasferiti in Toscana, Abruzzo e Puglia) in modo da poter accogliere i nuovi disperati. Dei fuggitivi giunti ieri, soccorsi il 14 maggio trenta miglia al largo della Libia, fanno parte 136 donne e 20 minori. Questi ultimi sono stati aggregati agli altri già assistiti nella struttura specializzata del centro, l’ex Ipab Scandurra. Tutto o quasi secondo copione, con le indagini avviate dalla Squadra mobile alla ricerca di uno o più presunti scafisti. Ma, se gli sbarchi sembrano avere assunto un andamento quasi normale, l’ennesimo maxi soccorso coronato ieri a Messina, è risultato, da un certo profilo, una novità per il porto dello Stretto. A legare le bitte al Molo Marconi, infatti, una nave di spedizione voluta, organizzata e finanziata da soccorritori privati. Si tratta dell’ormai celebre Phoenix, battente bandiera del Belize, allestita dai coniugi Christofer e Regina Catrambone, lui americano di Norfolk e lei italiana di Reggio Calabria. Si tratta dei due ricchi imprenditori residenti a Malta che, turbati dal naufragio di migranti verificatosi il 3 ottobre 2013 e ispirati anche da un discorso di Papa Francesco (come dichiarò Regina in un’intervista) hanno deciso di fondare un’organizzazione non governativa, la Moas (Migrant Offshore Aid Station). E dato quindi vita nel 2014 all’omonimo progetto di Postazione di aiuto in mare, che da quest’anno si svolge in collaborazione con un’altra organizzazione umanitaria, i Medici Senza Frontiere.

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