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Casa Iacp in affitto
su internet
Aperta inchiesta

Com’era prevedibile dell’incredibile caso della donna che  affittava la sua casa popolare della zona di San Giovannello si sta occupando la magistratura. La Procura infatti ha aperto un fascicolo assegnato al sostituto Antonella Fradà per capire come sia possibile che un assegnatario di un alloggio popolare possa impunemente affittare per ben due volte l’appartamento addirittura pubblicando l’inserzione sul sito subito.it

A scoprire l’incredibile vicenda la Polizia Municipale che ha presentato una dettagliata relazione in Procura. La 44enne è stata ora iscritta sul registro degli indagati con l’ipotesi di reato di truffa. La donna aveva tentato di rimediare alla situazione sostenendo che durante una sua prolungata assenza  questa famiglia si era introdotta nel suo appartamento e presentando una denuncia ai Carabinieri per occupazione abusiva. Ma la sezione di PG della Polizia Municipale ha recuperato anche le ricevute di pagamento del canone d’affitto, 300 euro al mese, e sentito alcuni vicini di casa che hanno confermato che la signora e la sua famiglia in quell’appartamento non si erano mai visti. La donna infatti, benchè scoperta una prima volta ha continuato ad affittare l’alloggio addirittura mediante inserzioni su internet. Ma c’è di più. La Polizia Municipale ha scoperto che la donna vive in un appartamento in via Del Santo e in questi due anni e mezzo, da quando ha ottenuto l’alloggio IACP, non ha mai spostato la residenza a San Giovannello. La Procura dovrà ora accertare come abbia potuto la 44enne ottenere l’alloggio popolare se già viveva in un appartamento in via Del Santo. Una storia simbolo di come sia stato gestito in questi anni il progetto di risanamento. Ma, intanto, tiene ancora banco il caso delle 18 famiglie che hanno occupato gli alloggi IACP del rione Taormina. Fino a oggi i nuclei familiari hanno deciso di restare negli appartamenti nonostante i ripetuti inviti a togliere l’occupazione per evitare guai maggiori. Problemi che potrebbero investire soprattutto le tre famiglie inserite nella graduatoria e che avevano diritto ad ottenere un alloggio. Così, secondo la legge ed il regolamento del Comune, rischiamo di perdere questo diritto. Un’azione che rischia di compromettere anni d’attesa e compiuto nel timore che le case venissero assegnate ad altre famiglie facendo svanire il sogno di una vita.

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