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La Regione contro il gioco d'azzardo

foto gazzetta del sud

Non solo una questione sociale ma di tipo sanitario. Il gioco d'azzardo diventa sempre più una dipendenza. Una dipendenza senza sostanza che si insinua in qualsiasi ambiente e ceto sociale, tra il ragazzo della porta accanto, passando per la casalinga insoddisfatta, da chi ha difficoltà economiche e da chi crede alle promesse di vincite facili. A preoccuparsi di quanto sta accadendo adesso anche la Sicilia che pochi giorni fa ha pubblicato sulla G.U gli obiettivi delle nuove linee guida dettate dal decreto dell'assessore alla salute. Si muovono su due direttrici fondamentali: la prevenzione e la clinica. La prevenzione interesserà una grossa fetta del lavoro che già da tempo si sta portando avanti ma che adesso comincia ad essere più strutturato grazie ad una regia comune. Ci si muoverà su 4 aree: Universale che ha per target l'intera popolazione; Selettiva per i gruppi a rischio; e indicata per interventi mirati e Ambientale, che mira ad intervenire nel territorio con migliore offerta di spazi di aggregazione e sportivi.

A livello regionale è istituito un osservatorio del dipartimento delle dipendenze a cui è stato demandato il compito di organizzare una conferenza dei servizi entro sei mesi per stabilire le azioni da mettere in atto. Saranno attuati progetti di formazione sul territorio coinvolgendo avvocati, assistenti sociali e operatori dei servizi pubblici di ogni comune. Decretato anche che nel 5% dei contributi che le asp percepiscono dalla Regione per la prevenzione adesso dovrà essere contemplato anche il gioco d'azzardo. Parallelamente alla prevenzione bisognerà far fronte ai casi effettivi di gioco patologico, il cosiddetto gambling, che in Sicilia ha visto in soli due anni un aumento di quasi il 100% con 596 casi nel 2012 divenuti 1049 l'anno successivo. Nella tabella resa nota dalla Regione Siciliana la fascia d'età più rappresentata è quella che va dai 25 ai 64 anni. Per questi soggetti le linee guida indicano riferimenti importanti nelle comunità terapeutiche che saranno aiutate con la formazione di personale specializzato a offrire accoglienza e cura per questi pazienti. Insomma tanta carne al fuoco per dare risposte più concrete al territorio che attualmente su Messina gode di 4 Sert: all'ex Mandalari, in via Bonino e in provincia a Letojanni e Milazzo, dell'associazione “Vinciamo il gioco” e del gruppo messinese “Mettiamoci in gioco” a cui aderiscono 21 sigle tra associazioni pubbliche e private.

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