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Stop al dragaggio, è scontro istituzionale

Oggi s’annuncia un’altra giornata campale alla ricerca di soluzioni per il caso Tremestieri, ovvero l’urgenza di arginare l’invasione dei Tir che soffoca la città per l’inagibilità permanente dei due moli a sud: dove non arrivano scirocco e sabbia, infuriano le critiche, i malintesi e le incomprensioni, sullo sfondo l’indagine della Procura. Come sempre, quando una situazione precipita –ma le soluzioni ci sono, almeno per riaprire subito la banchina di riva –perfino il confronto tra le Istituzioni, come il dibattito, diventa un’arena. Un ring, in cui ciascuno sferra, come fendenti, affermazioni valide, ma ogni punto di vista suona più idoneo a demolire quelli altrui che a permettere la ricostruzione piena della realtà. E così, mentre il prefetto Trotta non convoca le parti per una questione “tecnica” come il dragaggio, o meno, di un piccolo porto d’emergenza, e ciò a dispetto di un’accorata richiesta in tal senso da parte dell’Autorità portuale, tra Amministrazione Accorinti ed Authority, è nuovo duro “botta e risposta” che oggi verrà messo nero su bianco. A riaprire le danze è l’assessore comunale al Waterfront, Sebastiano Pino, forte anche della sua esperienza di comandante di nave nelle Fs e di presidente del sindacato dei marittimi Sasmant: «Domani (oggi, ndr) il sindaco Accorinti ed io chiederemo con forza, per iscritto, al presidente dell’Autorità portuale di eseguire un intervento di dragaggio, che possa in pochi giorni far riaprire il molo di riva. È un atto doveroso, visto che dai rilievi eseguiti prima dai Piloti del porto e poi dall’impresa Costa per l’Autorità portuale, risulta un varco di 38 metri per il passaggio di navi traghetto la cui ampiezza è di 16, e non di 25 come qualcuno ha detto. Certo – prosegue Pino – mi rendo conto che la distanza di sicurezza, con quei venti e con quelle correnti, è di circa 50 metri e non si può dare la responsabilità ai comandi di bordo. Ma per arrivare ai 50 metri potrebbe bastare perfino una sola giornata di lavoro di escavo, e questo significherebbe riaprire subito il molo 1». Sulla frenata del presidente dell’Authority, De Simone, che considerando le continue sciroccate ovvero la “tela di Penelope” delle isole di sabbia fatte e disfatte in pochi giorni, ha deciso di attendere il responso scientifico sulla gestione delle sabbie affidato al colosso danese Dhi, Pino è assai perplesso: «Con l’emergenza Tir in corso, considerato anche il recente grave incidente Tir-auto sul viale Boccetta che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche, non intervenire è un errore rischioso. Lo studio scientifico? Sicuramente è una scelta condivisibile, ma mi viene anche naturale dire che sarebbe stato meglio, da parte dell’Autorità portuale, pensarci tre anni prima...».

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