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Gettoni ai consiglieri, la Digos acquisisce gli atti a Palazzo Zanca

consiglio comunale messina

Gettonopoli approda anche a Messina. Dopo Agrigento e Siracusa anche la Procura peloritana  ha avviato un’inchiesta sui gettoni di presenza erogati nelle commissioni e nei consigli comunali. Un fascicolo nuovo di zecca avviato dal pool pubblica amministrazione, coordinato dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita che intende stabilire se siano configurabili reati nell'erogazione dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese per la partecipazione ai lavori delle Commissioni" del Comune. Come primo atto stamattina gli uomini della Digos, coordinati dal dirigente Michele Pontoriero, si sono recati a Palazzo Zanca dove hanno sequestrato un’ampia documentazione nell’ufficio del segretario generale Le Donne e nella saletta commissioni. Interi plichi pieni di carpette e materiale cartaceo, comprese le presenze dei consiglieri alle commissioni ed ai consigli comunali dal giugno 2013, cioè dal giorno dell’elezione del nuovo consiglio comunale, fino ad oggi. E’ il primo step della nuova inchiesta che vuol far luce sulla regolarità delle somme intascate dai quaranta consiglieri comunali che fra commissioni e consigli nel 2014 sono costati alle casse di Palazzo Zanca poco meno di un milione di euro.  Una cifra ragguardevole attorno alla quale ora si sono accesi i fari della Procura per capire se non siano stati commessi degli abusi. Anche sulla base della lettera inviata dal consigliere comunale Lucy Fenech alla presidente del consiglio Emilia Barrile.  La capogruppo di Cambiamo Messina dal Basso  aveva presentato una proposta di delibera che mirava ad eliminare la doppia convocazione delle commissioni consiliari ed a regolamentare l’effettiva partecipazione alle sedute di commissione e del consiglio comunale e a non attribuire il gettone di presenza ai consiglieri per le sedute andate deserte. Una  proposta che se fosse passata avrebbe consentito a Palazzo Zanca di risparmiare un bel gruzzolo quanto meno per le sedute andate deserte. La proposta è stata però bocciata dal consiglio comunale e dunque i consiglieri continuano a percepire il gettone di presenza anche se la seduta va deserta o se il consigliere firma ed abbandona l’aula dopo un minuto.  C’è da dire che in effetti il gettone di presenza è stato dimezzato passando da 109 a 56 euro lordi. Ma i furbetti nostrani si sono subito organizzati e così le sedute sono  raddoppiate   consentendo ai consiglieri comunali di raggiungere ugualmente cifre importanti e a molto di loro addirittura il tetto massimo previsto ovvero quasi 2.200 euro mensili.

 

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