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Città senza opere: nei cassetti 120 milioni

Tutti gli “stop” alle opere pubbliche messinesi trovano sempre una giustificazione. O c’è una complicazione tecnica. O la solita burocrazia indifferente. O c’è una banca internazionale che non ha dato ancora conferma di un mutuo da 35 milioni ad un Comune da 250.000 abitanti. Ma al cittadino senza qualità di vita, al “lavoratore”, tutto ciò è indifferente. Prevale il dato di un’inefficienza generale che somiglia ad una palude, dell’impotenza degli enti messinesi a ottenere, da Palermo o da Roma o da se stessi, tempi decenti. Ecco 5 tra le maggiori incompiute, un totale di circa 120 milioni.

Tremestieri Per il porto a sud siamo ormai al paradosso: o c’è uno slancio di tutti i protagonisti, o il fondo della palude è vicino. In gioco, pezzo per pezzo, la certezza di 80 milioni, indispensabile per firmare il contratto finale con l’impresa Coedmar. Il direttore generale del Comune Antonio Le Donne le sta provando tutte e riferisce d’aver più volte sollecitato Roma e Palermo (vale a dire il Cipe e la Regione) a dare conferma dei rispettivi cofinanziamenti. E «sia Roma che Palermo hanno risposto, sia pure in modo interlocutorio». Quest’ul - timo inciso preoccupa, come il fatto che «la banca Dexià concedente il mutuo da 35 milioni (ceduto dall’Authority al Comune) non ha ancora risposto». Un disguido o un problema di questa banca nei rapporti con il Comune?

Via Don Blasco Per la strada da 27 milioni che unirà il porto agli svincoli centro-sud, Palazzo Zanca ha fatto un buon passo avanti: l’ap - provazione finale del progetto Rizzo ormai da tempo stramunito di tutti i pareri e la relativa notifica alla Regione. Siccome però la stessa, nuove norme alla mano, ha richiesto anche la “validazione” di specialisti privati, in questa settimana Palazzo Zanca affiderà la verifica ad una società. Tempo preventivato 60 giorni. Poi entro il 15 maggio le carte andranno a Palermo per il decreto di finanziamento, quindi all’Urega per il bando d’appalto europeo. I brividi...

Appalti Fiera Cinque milioni e 300.000 euro per l’appalto (in corso ma sospeso) relativo al restauro dei padiglioni, 7 – 7,5 per il progetto di demolizione-ricostruzione dell’ex Teatro. In tutto sono 13 milioni, saldamente nel bilancio dell’Autorità portuale. Nel primo caso il bando è stato pubblicato a fine settembre e poi sospeso a dicembre. Il motivo? Una valanga di richieste di chiarimenti di molte delle ditte concorrenti, tutte simili, e l’inevitabile interpello dei progettisti, che hanno fornito per iscritto i chiarimenti. Ma perché l’Authority non riattiva il bando? Serve un parere del Genio civile opere marittime. Campa cavallo... Scalinate dell’arte La beffa. Si tratta del primo intervento da 1 milione 63.000 euro, per riqualificare 7 storiche scalinate a monte della via XXIV Maggio. Gara aggiudicata ad ottobre: «il 19 novembre abbiamo fatto avere a Palermo tutti i documenti», spiega il responsabile per il Comune, l’arch. Giancarlo Berenato. I cantieri dovevano aprire a gennaio, ma dalla Regione, per una curiosa “carenza di liquidità” non arriva un euro. Complimenti a Palermo... 

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