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Serve un altro dragaggio: la farsa approdi continua

 Un’altra fatica imprevista, un calcolo delle quantità di sabbia presenti nel bacino rivelatosi errato, anche se due mesi di nuovi venti e correnti potrebbero aver naturalmente ingrossato l’isola di sabbia. E il piccolo porto di Tremestieri, sarà riaperto questa settimana, per l’ennesima volta, a metà. Con il solo molo di riva in grado di imbarcare quei Tir che da oltre due mesi sommergono in uno stillicidio che spesso si fa onda lunga, il viale Europa, la via La Farina, la piazza Campo delle Vettovaglie, la via Luigi Rizzo e il viale della Libertà. Tra il porto storico, la Falce e la rada San Francesco col suo serpentone. Ha profili grotteschi la nuova procedura avviata dall’Autorità portuale, per completare, agli approdi di Tremestieri, con una nuova autorizzazione della Regione, un intervento di dragaggio rivelatosi molto più corposo di quanto si prevedesse. Non i già tanti 25.000 metri cubi di ghiaia già smaltiti, ma 40.000, ivi compresi i 15.000 – ora scoperti – residuati lungo un’ampia porzione del molo esterno. Probabilmente, almeno in parte, s’è trattato di calcoli sbagliati cui avrebbe contribuito un naturale, invisibile ingrossamento dell’isola di sabbia a causa di mareggiate meno gravi dall’8 novembre ad oggi. Due mesi di burocrazia pura, tra l’Authority che bandiva la gara con discutibile procedura ordinaria e gli uffici della Regione che si auto-ipnotizzavano nel rilascio dell’autorizzazione, affinché la sabbia di Galati fosse analizzata, e potesse essere riposizionata a Galati, sembravano un purgatorio sufficiente per la città. Ma così non è: risulta adesso impossibile la riapertura alle navi dell’intero mini porto. Ed il presidente dell’Autorità portuale, Nino De Simone ed il sindaco Renato Accorinti, la scorsa settimana, si sono appellati insieme all’assessore regionale all’Ambiente, il messinese Maurizio Croce. La sua “messinesità”, ovviamente, è un dato ininfluente su un iter tecnico, di competenza di dirigenti e funzionari e degli analisti dell’Arpa, l’Agenzia di protezione ambientale. Resta una risorsa importante, considerando quanto Croce, che è anche l’assessore regionale alla Protezione civile, conosca la drammaticità della «emergenza Tremestieri», che è gestionale per i trasporti nello Stretto, ma anche di prevenzione del rischio. Stringente come un cappio è ormai il nesso tra l’erosione a Galati e l’insabbiamento di Tremestieri (vedi sotto). Tornando al mini porto, quel che la politica deve azzerare sono i tempi morti della burocrazia. Ma nuova autorizzazione «richiesta dall’Autorità portuale solo giovedì sera e sollecitata anche dal sindaco – puntualizza, amareggiato, l’assessore Croce – sarà quasi automatica: «Che nessuno riversi la colpa sugli uffici regionali. La nuova autorizzazione è necessaria sia per la quantità eccedente di sabbia che per il collocamento della ghiaia a Galati, non direttamente sulla riva, com’era stata previsto e autorizzato, ma in acqua ad alcuni metri, visti i limiti del conferimento via mare in atto possibile da parte dell’impresa aggiudicataria della gara dell’Authority. Comunque sia – di - ce Croce –domattina (oggi, ndr) l’autorizzazione sarà sul tavolo dell’Authority». Da parte sua De Simone vuole riattivare subito metà porto: «Al di là di tutto, io domattina chiedo al comandante della Capitaneria, di procedere alla riapertura della banchina di riva. È possibile, infatti, l’operatività della navi con un solo molo, contestualmente al nuovo dragaggio sull’altra banchina». Pare scongiurato l’incubo che l’’impresa veneta “La Dragaggi”, che ha già fatto il suo lavoro in base alla gara vinta (250.000 euro) lasci Messina obbligando l’Authority a un nuovo appalto. Che farebbe finire la vicenda “approdi e Tir” in un nuovo tunnel. 

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