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Cassazione: "Genovese deve tornare in carcere"

Ricorso rigettato. Quindi secondo la II sezione penale della Cassazione che ha deciso ieri sulla questione, il parlamentare messinese ed ex segretario regionale del Pd siciliano Francantonio Genovese, travolto dallo scandalo sulla formazione professionale in Sicilia e agli arresti domiciliari dal maggio scorso, deve tornare in carcere. Nella tarda serata di ieri i giudici romani hanno rigettato il ricorso presentato da uno dei suo difensori, l’avvocato Nino Favazzo, per contestare la decisione del Tribunale del Riesame di Messina adottata nel luglio scorso. Una decisione con cui il collegio aveva in pratica optato per un’aggravamento del regime restrittivo a carico del politico, e per il suo ritorno in carcere. I giudici avevano in sostanza accolto il ricorso del procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, che contestava la concessione dei domiciliari e chiedeva il ritorno in cella, luogo dove il parlamentare restò pochi giorni nel maggio scorso: quando la Camera votò sull’autorizzazione a procedere e Genovese volò da Roma a Messina presentandosi spontaneamente alla casa circondariale di Messina-Gazzi, per essere accolto in una stanza del centro clinico. E adesso? In teoria la decisione adottata dalla Cassazione non lascerebbe spazio ad interpretazioni di sorta, ovvero sul suo ritorno in cella. Ma secondo il legale di Genovese, l’avvocato Nino Favazzo, che ieri ha diffuso una nota in serata, «a questo punto, tuttavia, il ripristino della custodia in carcere appare tutt’altro che scontato. Ed invero, la Procura di Messina, sicuramente, valuterà la circostanza che la odierna decisione ha avuto ad oggetto un provvedimento, di fatto, superato dalle successive e recenti pronunce rese dal Gip di Messina, tutte di attenuazione dell’originario quadro cautelare». Nei giorni scorsi infatti per Genovese, che ha già subito il rinvio a giudizio nell’ambito del secondo troncone dell’inchiesta sulla formazione professionale e il 25 febbraio sarà davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Messina per una serie di reati, il gip aveva attenuato gli arresti domiciliari. Aveva in pratica ampliato il novero delle persone che l’ex segretario del Pd siciliano può incontrare normalmente, non più ristretto ai soli familiari che abitano nella sua villa di Torre Faro. Sulla seconda tranche dell’inchiesta “Corsi d’oro”, il gup di Messina Monica Marino ha già deciso il processo per gli onorevoli messinesi Francantonio Genovese e Franco Rinaldi. Oltre ai due parlamentari, sono state rinviate a giudizio altre 21 persone, e tra loro ci sono le mogli dei due politici, Chiara ed Elena Schirò. L’accusa più grave è quella di associazione finalizzata al peculato. Gli altri reati contestati, a vario titolo, sono truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio, reati finanziari contro la pubblica amministrazione, evasione fiscale, false fatturazioni. (n.a.)

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