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"Fatemi nascere qui", la protesta col pancione

Un movimento spontaneo nato tra gli ecografi e le ginecologie dell’ospedale Piemonte. La professionalità dei medici e la tradizione di una struttura che registra in un anno mille parti non può essere soppressa o trasferita. Una decisione che non va giù alle donne di Messina, quelle che non hanno colore politico, né appartengono a uno o all’altro sindacato. Quelle che sono nate al Piemonte, quelle che sono mamme e quelle diventate nonne, hanno deciso di unirsi e di parlare con un’unica voce tutte insieme a sostenere oggi questo singolare sit in. L’ospedale Piemonte è un punto di riferimento che non può essere sottovalutato e non può essere soppresso in nome di quella spending review che sa tanto di tagli indiscriminati che poco hanno a che fare con la sicurezza delle persone e la professionalità dei medici che da sempre si battono perché la struttura dia risposte vere alla città, risposte di numeri e di successi, come avviene giorno dopo giorno. Così stamattina hanno deciso di mostrare i propri pancioni e il primo desiderio dei loro bimbi “Fatemi nascere qui”. Portando il punto nascite al Papardo, come sembra trasparire dalle ultime dichiarazioni, significherebbe, secondo molti, chiudere la struttura che perderebbe la sua vocazione. In questo contesto rimane in piedi il ruolo imprescindibile del pronto soccorso dell’ospedale cittadino con due dati: 5000 accessi in un anno al pronto soccorso pediatrico, 4500 al pronto soccorso ostetrico.

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