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Op. Intreccio, chiesto il giudizio per 18, dosi anche a minori

L’udienza preliminare è stata fissata per il 13 ottobre prossimo. Davanti al gup Maria Luisa Materia compariranno 18  persone per le quali il sostituto procuratore della DDA Giuseppe Verzera ha già chiesto il rinvio a giudizio. Erano tutti finiti nel calderone dell’inchiesta Intreccio che aveva smantellato un’organizzazione che spacciava droga nella zona tirrenica. Spaccio senza riguardi per nessuno. Fra i clienti anche ragazzini di 13 anni.  Utilizzavano metodi sempre diversi per aggirare eventuali controlli. Marijuana, hashish, cocaina, venivano distribuite senza preoccuparsi dell’età degli acquirenti. Ci sono voluti due anni di indagini per smantellare l’organizzazione nata attorno al messinese Francesco Turiano,  29 anni, arrestato il 14 luglio scorso dai carabinieri insieme ad altre 9 persone.. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e spaccio di stupefacenti in concorso.

La richiesta di rinvio a giudizio oltre Turiano riguarda anche i messinesi Lorenzo di Blasi, Alessandro Duca, Girolamo Stracuzzi, il milazzese Salvatore Tindaro Pino, Salvatore Guzzone, Daniele Giannetto,  Filippo La Ganga,  Giuseppe Strafallaci e Rosario Verdura. Stralciate, per difetto di notifica le posizioni di Marco Maggiore, Salvatore Puzone e Giovanni Porcino.

Le indagini, coordinate dalla direzione distrettuale antimafia, sono scattate a gennaio 2011, quando una donna, legata sentimentalmente a uno dei personaggi coinvolti nell’inchiesta, ha fornito spunti investigativi interessanti. Da li sono partite intercettazioni e monitoraggi di utenze telefoniche che gli indagati –intestavano fittiziamente a cittadini stranieri, con l’obiettivo di non farsi rintracciare.

I Carabinieri nel corso dell’operazione hanno sequestrato anche quantitativi di cocaina,  marijuana e  hashish. La droga, che arrivava dalla Lombardia, veniva venduta prevalentemente nei comuni della zona tirrenica. Ma a Mangialupi andavano a comprarla anche dal catanese.

L’inchiesta ha permesso anche di far luce su una vicenda che ha visto coinvolti alcuni degli arrestati ma che nulla aveva a che vedere con l’associazione. La sera del 10 febbraio 2012 Di Blasi, Verdura, Turiano ed altri, erano andati a Spadafora per una spedizione punitiva nei confronti dei fratelli Giorgianni, per vendicare un incidente stradale che si era verificato l’estate precedente. Uno dei fratelli, aveva messo in fuga gli aggressori esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco. Quella sera rimase ucciso Domenico Santapaola, cognato di Turiano.

I carabinieri riuscirono a ricostruire la vicenda e arrestare i responsabili proprio perché in quei giorni erano già in corso le intercettazioni telefoniche ed ambientali.

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