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Le attività economiche del clan Sparacio, 4 assoluzioni e 16 prescrizioni

Dopo tanti anni si è concluso ieri il processo di primo grado relativo ai movimenti economici del clan Sparacio. Alla sbarra 19 imputati, che rispondevano, a vario titolo, di riciclaggio, intestazione fittizia di beni, usura e associazione di stampo mafioso. Al termine di una lunga camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale (presidente Samperi) hanno assolto, per non aver commesso il fatto, Giuseppe Ieni e Letterio Sollima dal reato di associazione mafiosa. Di analoga decisione (per altri capi d’imputazione), perché il fatto non sussiste, hanno beneficiato Augusta Rumeno e Antonina Mondello. Non luogo a procedere, per intervenuta prescrizione, relativamente ad altri reati, nei confronti di Nunzio Silvestro, Giuseppe e Francesco Sollima, Giovanni Grasso, Giovanna e Santa Dorotea Timpani, Maria Sparacio, Grazia Rita Sollima, Augusto Rumeno, Antonina Mondello, Diega Buonomo, Antonino Oteri, Giovanna Ieni, Giovanni Ieni, Cettina Ieni e Carmelo Sparacio. Anche il pubblico ministero aveva sollecitato le assoluzioni e le prescrizioni. Hanno difeso gli avvocati Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Francesco Traclò, Antonio Managò, Nino Favazzo, Adriana La Manna e Daniela Chillè. Lungo l’elenco dei capi d’imputazione. L’ipotesi di reato piuttosto ricorrente, in una ventina di casi, è il riciclaggio di denaro “sporco”. Poi sono compresi un episodio di usura, violazioni della legge sulla misura di prevenzione patrimoniale e l’associazione mafiosa.  

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