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Violenza sessuale ed estorsione nel carcere di Gazzi, condannati tre detenuti

  Rapporti turbolenti tra detenuti del carcere di Gazzi puniti severamente dai giudici. Arriva una condanna per tre imputati, la cui fedina penale si sporca ancor di più, alla luce della decisione dei magistrati della prima sezione penale collegiale del Tribunale di Messina. Inflitti 4 anni di reclusione a Umberto Casalnuovo, 49 anni, nato ad Altavilla Milicia e residente a Palermo, mentre si beccano 6 anni e 6 mesi ciascuno i catanesi Michele Di Prima, 43 anni, e Angelo Campione, 29 anni. La vicenda risale all’aprile del 2010, quando i tre si trovavano in cella nell’istituto penitenziario di Messina. Stando all’accu - sa, sostenuta dal sostituto procuratore Stefano Ammendola, Casalnuovo avrebbe tastato più volte i genitali di un altro detenuto di origini napoletane, il quale per tali fatti, aveva presentato denuncia di violenza sessuale. Ma all’esito del dibattimento la difesa dell’imputato aveva sollecitato l’assoluzione di Casalnuovo, rilevando gravi incongruenze nel racconto reso in sede processuale dalla persona offesa. Invece, i giudici lo hanno ritenuto colpevole e, tenuto conto dei numerosi precedenti a suo carico, lo hanno condannato alla pena di 4 anni. Di Prima e Campione, dal canto loro, sono stati considerati responsabili di estorsione. Avrebbero preso di mira lo stesso recluso nella casa circondariale di via Consolare Valeria: minacciandolo di fargliela pagare, fuori e dentro al carcere, lo avrebbero costretto a comprare beni per Angelo Campione, quali profumi e pacchetti di sigarette. L’indagine della polizia penitenziaria è scattata dopo la denuncia della vittima, un 48enne di Napoli. Il quale raccontò che mentre si trovava in bagno per farsi la doccia e in altre occasioni Casalnuovo gli aveva toccato i genitali. Trasferito nella stanza numero 5 della Chirurgia, il denunciante finì nel mirino di Di Prima, il quale gli fece sapere che Campione aveva bisogno di un apparecchio per tagliare i capelli e la barba. Fatto sta che pochi giorni dopo, il napoletano si vide addebitati, oltre alle cose personali richieste col modulo di spesa, un profumo per uomo Biagiotti del valore di 48 euro, mai ritirato, un profumo per donna Mattiolo del valore di 28 euro e 14 pacchetti di sigarette Diana, dei quali ne ricevette solo la metà. La vittima fece la voce grossa e da quel momento subì minacce attraverso una cartolina con la seguente scritta: «Fai il bravo altrimenti o io o i miei amici ti raggiungeremo in qualsiasi carcere ove verrai trasferito e te la faremo pagare».

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