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Altri duecento migranti a Messina e l'emergenza prosegue

C’è un gruppetto che gioca a pallone nella piccola porta sistemata nel campo da baseball. Altri passeggiano avanti e indietro negli spazi sorvegliati del PalaNebiolo. La maggior parte, però, è seduta all’ombra, accanto alla tenda nella quale aspetta di essere identificata. È iniziata così l’avventura dei 200 migranti arrivati con quattro pullman a Messina ieri pomeriggio e trasportati nel centro sportivo di contrada Conca d’Oro. Il flusso è ormai continuo, ogni giorno vanno e vengono decine di nordafricani reduci dai viaggi della speranza sui barconi nel Mediterraneo. La situazione è ormai di totale emergenza. Anche a Messina. Uomini, donne, spesso anche bambini, arrivano ogni giorno e vengono smistati nei vari centri della Sicilia.

Quelli giunti ieri a Messina, sono uomini siriani, palestinesi, eritrei e somali, tutti, per quel che risulta dalle prime indicazioni, maggiorenni. Della gestione degli arrivi si sta occupando la Prefettura, con la Questura che sta procedendo all’identificazione. Il Comune è pronto a intervenire nel caso in cui dovessero essere segnalata la presenza di minori, che andrebbero, ovviamente, sistemati in luoghi diversi, adeguati alle loro esigenze. Da dicembre a oggi Palazzo Zanca si è occupato di oltre 130 migranti con meno di 18 anni, che sono stati distribuiti nelle varie strutture della città e della provincia. Strutture che sono ormai stracolme, nelle quali sarebbe difficile far entrare altre persone, adesso. Il problema, comunque, al momento non si pone. A quanto sembra, tutti i nuovi arrivati hanno più di 18 anni. Chiedono asilo, i siriani in particolare dovrebbero ottenerlo in fretta. Resteranno pochissimo, in città, il tempo di ottenere l’ok per spostarsi in altri luoghi. Liberi. Almeno quelli che potranno farlo. Gli altri attenderanno in centri diversi, Messina resta solo una tappa del loro lungo viaggio. Una delle tante tappe che questi uomini sono costretti a fare per scappare da guerre e povertà.

L’emergenza è totale, ed è un’emergenza internazionale. La città fa la sua parte, con il nuovo Sprar per i richiedenti asilo a Villa Lina e con la tendopoli dell’Annunziata che doveva da tempo essere smantellata e resta invece il luogo in cui si fa la prima accoglienza. Da tempo, ormai, non è più un campo da baseball. Ma questa è tutta un’altra storia. 

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