Nella stagione delle porte aperte a palazzo Zanca, dove il sindaco Renato Accorinti, non appena eletto, ha eliminato con le sue stesse mani la barriera d’accesso fatta posizionare all’ingresso del comune dal suo predecessore Giuseppe Buzzanca, arrivano nuove regole, da un giorno all’altro. Regole talmente in controtendenza con la cultura dell’inclusione del primo cittadino, da aver lasciato sbalorditi i suoi sostenitori e anche i dipendenti comunali. Agli uscieri il compito, da stamattina, di fare da filtro fra il gabinetto del sindaco e il resto del palazzo, dovendo far entrare ad uno ad uno eventuali avventori (revisori dei conti compresi) e lasciando i giornalisti fuori dalla porta ad attendere dei segretari che non si sono mai affacciati. La disposizione addirittura coinvolge anche gli stessi impiegati degli uffici dell’amministrazione a cui sarebbe stato chiesto di evitare di recarsi personalmente nelle varie stanze, se non estremamente necessario, preferendo i telefoni interni. La disposizione farebbe capo al vicesindaco Guido Signorino ed è stata comunicata dal capo di gabinetto Silvana Mondello. Una regola, quella di filtrare gli accessi in questo modo così militaresco, che se è in sintonia con i dettami delle precedenti amministrazioni (ricordiamo che Buzzanca fece istallare un sistema di videosorveglianza interna collegato ad un monitor sulla sua scrivania) era stata disconosciuta da Accorinti, che certo prima di essere sindaco non si faceva annunciare, tutt’altro. Ecco perché lascia sorpresi i più ed interdetti i suoi. Ma lui cosa ne pensa?
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