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MessinAmbiente verso
una rivoluzione

 Non ci sono più alibi. E soprattutto non c’è più tempo da perdere. La settimana che si è chiusa ha regalato due certezze all’amministrazione Accorinti: la continuità della propria azione alla guida di Palazzo Zanca, dopo la sentenza favorevole del Tar di Catania; il nuovo piano di riequilibrio decennale da predisporre entro marzo. Ma ogni buona intenzione di risanamento dell’ente sarebbe vana senza una decisa accelerazione sul fronte delle società partecipate. Accelerazione che l’Amministrazione sembra essersi decisa a dare. In cima alle liste della priorità c’è la gestione dei rifiuti. Quindi MessinAmbiente. Quella che Accorinti e soprattutto il segretario generale Antonio Le Donne hanno in mente è una vera e propria rivoluzione del personale. Una sorta di “maxi-mobilità” da una società partecipata all’altra, che sfoltisca un po’ le fila di Ato3 e MessinAmbiente, dando ossigeno invece all’Amam, che ha una carenza di personale certificata in una trentina di unità. Alla questione sono state dedicate due lunghe riunioni, sabato scorso e ieri, ma ancora non si è giunti all’atto finale. «Il nostro obiettivo – spiega l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua – è ridurre il costo del personale nella gestione dei rifiuti, che poi si riverbera direttamente sulla Tares, di almeno due-tre milioni di euro». Solo un tassello della elefantiaca macchina dei rifiuti messinese, una macchina mangiasoldi: 44 milioni nel 2013, di cui oltre 18 milioni di euro di soli costi del personale di MessinAmbiente.

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