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Un no secco. Che
diventa una “chance”

  L’amministrazione Accorinti voleva più tempo. Ha finito per chiederlo, candidamente, lo stesso sindaco in apertura di seduta. E alla fine più tempo ha ottenuto. Attraverso una via tortuosa, la bocciatura “pilotata” del piano di riequilibrio finanziario, il piano che, per definizione, avrebbe dovuto tracciare il percorso verso la “salvezza”del Comune e che è giunto in aula col parere contrario dei revisori dei conti. Ma è la via che, secondo il comma 573 della Legge di stabilità, darà all’amministrazione altri 60 giorni di tempo per predisporre un nuovo piano. O, secondo alcuni, un vero piano. L’obiettivo è di predisporre il documento prima della nuova scadenza del 30 marzo. Lo ha garantito Accorinti, prima della seduta, ai deputati regionali di Dr e Ncd, Beppe Picciolo, Marcello Greco e Nino Germanà, che hanno voluto rassicurazioni. In aula, poi, è andato tutto come previsto. Il piano è stato bocciato, con 20 astensioni (tra cui Pd e Udc), 13 voti contrari (Fi, Ncd, Dr), un solo favorevole (la capogruppo di “Cambiamo Messina dal Basso” Lucy Fenech, unica degli accorintiani a votare sì, con gli altri astenuti).

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