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Dipendenti Atm,
"Ecco i motivi
del tracollo"

atm piazzale

Dicono di essere stufi di sentirsi additare come nullafacenti. Stanchi di percepire sempre con ritardo lo stipendio, avviliti per un futuro che non riescono più neanche ad immaginare. Sono i dipendenti dell’azienda trasporti municipalizzata, almeno quella parte che non si riconosce come responsabile del tracollo di un’azienda che, malgrado i segnali di ripresa, ma solo per numero di mezzi su strada, è ormai giunta al capolinea. Molti si sono pronunciati su come e perché l’Atm sia in queste condizioni, adesso, vogliono essere loro stessi a spiegare agli amministratori le ragioni. Per fare questo, hanno organizzato per la prossima settimana un pubblico dibattito al quale sono stati invitati a partecipare l’esecutivo di palazzo Zanca, con il sindaco in testa, i consiglieri comunali e i componenti della commissione viabilità. Non si riconoscono in quell’identikit di lavoratore che troppo spesso si traccia quando si parla del tracollo del servizio pubblico. Chiedono  all’amministrazione comunale un confronto per condividere il malessere di chi da anni non ha la garanzia dello stipendio ma continua a lavorare per onorare lo spirito del servizio pubblico e perché dica apertamente quali sono i programmi per rilanciare l'azienda. Ed è proprio la parte onesta e produttiva, così si legge in una nota inviata dalla rappresentanza dei dipendenti atm, che chiede ordine e pulizia interna, che garantisce senso del dovere in cambio della certezza dei diritti. Nell’autoparco di via La farina, ci sono tanti dipendenti tra -  meccanici, autisti, ausiliari ZTL che stanno dando giornalmente il massimo pur non percependo gli emolumenti da agosto. Insomma, con grande senso di responsabilità vogliono essere loro a spiegare quali sono i vizi e le virtù di questa azienda, per salvare il posto di lavoro e tentare di rilanciare a Messina il servizio di trasporto pubblico.

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