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Chiusura punto nascite
a Papardo? Un coro di no

punto nascita papardo

Una popolazione di 90mila persone, circa 25 mila famiglie a cui viene negato un servizio importante. “E neanche si può parlare di scippo, perché lo scippo – commenta amaramente il presidente del V quartiere Santino Morabito- presuppone la violenza, invece in questo caso è accaduto tutto nel silenzio, furto con destrezza.” Il provvedimento dell’assessorato regionale alla Sanità con cui si decide, in sintesi, e ben due anni fa,  di trasferire il polo materno-infantile dall’ospedale Papardo al Piemonte, trova tutti in disaccordo: i cittadini (che stanno raccogliendo le firme), i politici, i sindacati, i medici. Dal punto di vista dell’ assistenza,  il presidio del Piemonte, per fare spazio al nuovo polo, verrebbe  privato di cardiologia, ortopedia e chirurgia-  si legge in una nota, illustrata in conferenza stampa dal neonatologo Guglielmo Catalioto – mentre il Piemonte, al contrario, dovrebbe essere potenziato come struttura per gli interventi di emergenza-urgenza della popolazione del centro cittadino. L’accorpamento dei due punti nascita, eventualmente,  dovrebbe essere realizzato al Papardo, dove fra l’altro c’è un eliporto funzionante e funzionale e la centrale operativa del 118 e perché è l’unico nosocomio della zona Nord e fino a Milazzo, mentre il centro e sud a soli due chilometri possono usufruire del Piemonte e del Policlinico. Il consiglio comunale farà propria la protesta con un ordine del giorno su iniziativa del presidente Emilia Barrile che promuoverà una seduta aperta alla presenza dell’assessore regionale Lucia Borsellino e che potrà contare  anche nel sostegno delle altre 13 donne presenti in aula. Stamattina per partecipare alla conferenza stampa, il presidente della IX commissione  Maria Perrone, vista la gravità della questione, ha sospeso la seduta e ha invitato  i colleghi nella sala ovale.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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