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La città “ostaggio”
dei Tar e dei Cga

I ricorsi sono l’espressione di chi vuol difendere un legittimo interesse, particolare o generale, e non possono e non devono essere criminalizzati. La democrazia ha pesi e contrappesi, la giustizia amministrativa ha i suoi gradi di giudizio, i cittadini hanno tutto il diritto di rivolgersi agli organi deputati, che siano il Tar o il Cga o, in ultima analisi, il Consiglio di Stato. Ma c’è anche un altro diritto che va salvaguardato: quello di critica e di dissenso nei confronti di iniziative che, seppur legittime (lo ripetiamo), rischiano di danneggiare l’intera città, alimentando un clima di incertezza e di confusione che non aiuta certo a superare il grave di stato di crisi in cui versa Messina. Alla notizia dell’ufficializzazione del primo ricorso (presentato da tre esponenti del Pd) contro l’elezione a sindaco di Accorinti, si è scatenata la comprensibile reazione degli “accorintiani”, con migliaia di “post” e di “tweet” nei social network. In alcuni casi si sta anche esagerando (insulti e minacce non fanno onore a chi ha votato il sindaco “pacifista”), ma nel complesso si può capire lo sconcerto e la rabbia di chi ha festeggiato da poche settimane la vittoria al ballottaggio e ora vorrebbe vedere la nuova amministrazione alla prova dei fatti. Messina esce da un oscuro decennio, simboleggiato da ben tre commissariamenti. È stata “ostaggio” dei Tar e dei Consigli di giustizia amministrativa, ha pagato conseguenze pesantissime alla politica degli “azzeccagarbugli”, ha visto cadere e decadere sindaci e giunte eletti democraticamente dal popolo. Nel merito del ricorso presentato, tra gli altri, dall’ex consigliere comunale del PdL, passato poi nel Pd, Giovanni Cocivera, c’è poco da dire. Ribadiamo che è legittimo il desiderio di chi –primo dei non eletti –vuol sapere se tutto è stato regolare e se davvero per 59 voti Felice Calabrò non ha vinto al primo turno. Ma non possiamo non sottolineare come lo stesso Calabrò ha sempre dichiarato di non voler presentare alcun ricorso e come, alla fine, la sfida tra il candidato del Centrosinistra e Renato Accorinti si sia risolta davanti al giudizio inoppugnabile degli elettori. Calabrò stava per vincere il primo turno ma ha il perso (non per sua colpa, sia chiaro) il ballottaggio e questo è un dato politico incontrovertibile. Da parte nostra, vorremmo che in questo momento si parlasse solo di come salvare Messina dal disastro, non dell’ennesima disputa giudiziaria.

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