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Torna l'incubo del dissesto

Il commissario straordinario Luigi Croce getta la spugna e affida al consiglio comunale, ormai in fase di smantellamento,  il compito di  prendere una decisione. Messina avanza a grandi passi verso il dissesto e, se carta canta,  lo si evince chiaramente dalla lettera che l’ex procuratore capo ha inviato ieri all’aula, ma anche alla corte dei conti. Non c’è scampo: sembra questo il succo del discorso. Basta l’ultimo capoverso per capirlo. Croce scrive di non ritenere possibile superare in alcun modo le gravi criticità che segnala nella missiva e che riguardano, in particolare, la persistente  e cronica crisi di liquidità. Quindi invita il consesso a prenderne atto e ad adottare urgenti e indifferibili provvedimenti consequenziali. Il commissario straordinario ricorda carenze e criticità del piano di riequilibrio finanziario e decennale, la mancata attuazione delle misure correttive dettate dall’amministrazione, il continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria per affrontare spese urgenti e indifferibili, e, infine,  quindi la mancata approvazione del contratto di servizio dell’Amam,  sui cui - aggiunge- il piano si fonda essenzialmente. Detto questo, è impensabile ritenere che il destino del comune passi nelle mani di un’aula che sta per chiudere i battenti e che tra un mese li riaprirà con  40 nuovi componenti. Probabilmente non accadrà nulla, quindi, perché la dichiarazione di dissesto dovrebbe essere proposta dal commissario  con una delibera che andrebbe appunto approvata dal consiglio comunale, ma, non trattandosi di un atto urgente e indifferibile, è chiaro che  si rimanderà  tutto al prossimo sindaco. Toccherà a quest’ultimo decidere  se provare a predisporre un nuovo piano di riequilibrio, ad affrontare diversamente la vicenda o alla fine percorrere  la strada del dissesto, ma solo se sarà inevitabile. 

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