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Rada S. Francesco:
il 57% dei tir

 I dati ufficiali dell’Autorità portuale sull’invasione dei mezzi pesanti nella viabilità del centro sono scioccanti, ma non sorprendono nessuno. L’effetto è anche peggiore perché manca – questione di giorni –il prospetto comparativo, tra l’uso della rada San Francesco e quello degli approdi di Tremestieri, relativo all’anno orribile da poco trascorso: il 2012, durante il quale, a causa della totale interdizione di metà approdi, le attività di imbarco e di sbarco dei tir si sono in buona parte ritrasferite alla rada San Francesco. Ma su qualunque riflessione possibile pesa già come un macigno il dato ufficiale 2011: due anni orsono, su 535.499 mezzi pesanti, addirittura il 57,4 per cento, vale a dire 307.618, hanno attraversato lo Stretto utilizzando la rada San Francesco, mentre dall’unico molo attivo a Tremestieri sono passati in 227.881, ovvero il 42,6 per cento. Tornando ancora indietro sino al 2009, fu proprio quattro anni fa, che la percentuale di tir dirottati alla rada San Francesco grazie al sistema dei pass incominciò a crescere sensibilmente rispetto alla quota più o meno stabile del 27 per cento registratasi nel primo triennio. Erano, tra il 2008 e il 2009, i tempi della prima rottura della diga degli approdi, con indebolimento e insabbiamento del bacino, e non a caso quell’anno 2009 si chiuse con un preoccupante 30,8 per cento. Si sa, purtroppo, com’è andata. Il 26 gennaio del 2010 per quella diga rimasta monca, colpevolmente non ricostruita, arrivò la seconda mareggiata distruttiva: altri due cassoni scaraventati sul fondale dopo quello già strappato e l’altro inclinato dallo scirocco di un anno e mezzo prima. Come stupirsi, dunque, del fatto che il vero aumento esponenziale dei tir dirottati sull’asse Boccetta-viale della Libertà sia rimasto nero su bianco alla fine del 2010: dal 30,8 a oltre il 50 per cento. Gli ultimi due anni già interamente conclusi, il 2011 e il 2012, avrebbero dovuto essere quelli della riscossa, ovvero di una tempestiva esecuzione dei lavori di ricostruzione e potenziamento di quella diga che più non protegge alcunché, e conseguentemente della restituzione del piccolo porto alla sua piena operatività. Che, nei primi anni degli approdi, dati alla mano, era mediamente attestata tra il 72 e il 73 per cento. In ogni caso, dunque, una risposta non piena alla storica emergenza di Messina, con questa incompletezza strutturale d’origine perdipiù aggravata dalla consistente quota di tir che si serve dell’Autostrada del mare, Messina- Salerno: altra rotta, altre strade del centro. Ovvero flussi forse più insidiosi sotto i profili della pubblica incolumità e dell’inquinamento dell’aria. Quelli del viale Europa e della via La Farina. È questo il mosaico integrale, delicatissimo, dell’emergenza tir a Messina, lo scenario globale su cui ieri s’è misurata la commissione istituzionale istituita dall’Autorità portuale, nuova gestione, per valutare quali siano le scelte migliori da compiere in relazione alla concessione della rada San Francesco. L’attuale titolarità dei servizi di terra, collegati al traghettamento effettuato dalla società Tourist- Caronte, scadrà a metà settembre e vi è il tempo per provvedere, nel modo migliore possibile, quello di una gara ad evidenza pubblica e non solo, per coniugare la massima tutela dei cittadini messinesi ed un servizio di rilevanza siciliana e nazionale. È un matrimonio difficile ma che finirà per ricelebrarsi, compresi i tir, anche stavolta. Tanto può essere ridiscusso e ridefinito, ma non è possibile “portare subito tutti i tir a Tremestieri” dove fino a dicembre 2013 resterà utilizzabile un solo molo, e il “grande porto” – da tempo appeso alle sentenze, gli espropri a metà –non è neanche un cantiere. Dei tempi dei lavori e degli appalti, e degli sforzi da compiere, incluse le possibili novità nella gestione dei flussi dei tir secondo le criticità segnalate in una relazione dal commissario Croce e dal comandante Ferlisi, ed ancora di ulteriori scenari collegati ai tir e alla Rada (nuovi svincoli, via Don Blasco, via Marina) hanno discusso ieri i componenti della commissione: il nuovo presidente dell’Authority, Antonino De Simone, il segretario generale Francesco Di Sarcina, il comandante della Polizia municipale Calogero Ferlisi, per il Comune; l’assessore provinciale all’Area dello Stretto Michele Bisignano, il comandante della Capitaneria di porto, Nino Samiani, l’ingegnere Carla Macaione, per il Genio Civile opere marittime, e componente della Direzione lavori della ricostruzione della diga. Le decisioni sulla Rada? Saranno prese, con l’immediata pubblicazione dei verbali, alla prossima seduta: l’8 maggio 2013.

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