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Apre la Fiera,
e la città pare
risvegliarsi

Tutto pronto, le ultime erbacce ricresciute vicino all’ex Irrera amare sono tagliate. L’aiuola centrale della “Fiera aperta”, destinata a diventare un simbolo della città un po’ come gli alberi di piazza Cairoli, è stata finita in tarda serata dall’impresa Ryolo con il lavoro di sette operai. Alle 11 di stamani, l’inaugurazione nella cittadella di viale della Libertà del “Marathon e Fitness Village Sport” sancirà, al di là dei suoi contenuti, un momento di svolta. Tutto è riassumibile in sei parole appena: finito l’evento, i cancelli resteranno aperti, per sempre. La vecchia Passeggiata, insomma, da oggi non abortirà più contro le sbarre di una cancellata ma raddoppierà, anzi triplicherà i suoi spazi da vivere. Gli spazi dei cittadini. I messinesi godranno per alcuni giorni della combinazione di attrattive nel segno dello sport e del tempo libero (compresa la Messina Marathon che domenica prenderà il via alle 9) e di spazi verdi ed elementi d’arredo finalmente curati come i luoghi richiedono. È la prima stesura di un mosaico che col passare degli anni potrà solo migliorare. E che sarà davvero al top quando l’ex Teatro in Fiera rinascerà con gli interventi necessari, e i padiglioni del Razionalismo verranno restaurati: in ambedue i casi, progetti che vanno avanti, e possono accelerare. Ieri sera, di tutto questo ha parlato nella trasmissione di Rtp “Oltre il Tg” il presidente dell’Autorità portuale, Antonino De Simone, molto soddisfatto per aver mantenuto l’impegno di una celere riapertura, e assai accorto nel ricercare la massima collaborazione con gli enti locali, a partire dal Comune, in vista delle procedure con cui dovranno, nell’interesse generale, selezionarsi le migliori proposte di destinazione dei padiglioni. Non v’è dubbio che la novità della fruizione giornaliera di questi 50.000 metri quadrati così ricchi in termini di patrimonio immobiliare, sia la base su cui è possibile offrire, in altezza, servizi e momenti di aggregazione di valore. Sarà importante, dunque, che il Comitato portuale, che si riunirà il 23, supporti l’Ufficio demanio dell’Authority, ente dimostratosi all’altezza del dovere di «aprire la cittadella» ai messinesi, ma che, ha evidenziato ieri De Simone, «pur non avendo tra i suoi fini istituzionali quello di promuovere spazi espositivi della città, reputa suo dovere dare il massimo perché le aree demaniali della Fiera siano valorizzate, in modo coerente con quanto previsto nel Piano regolatore del porto». Del resto, De Simone ha richiamato con convinzione l’ipotesi di banchinamento delle aree fieristiche, a beneficio dei crocieristi». Ricordando l’ipotesi di una splendida terrazza sul mare prospettata da alcune compagnie di crociera. Ma questo è futuro. Troppe volte, di futuro Messina ha fatto indigestione rinunciando al presente. Così oggi non è. Si pensi alle istanze di concessione di uno più padiglioni della cittadella, che potrebbero trovare attuazione nel giro di pochi mesi. Ne citiamo tre, al pari degli altri. La Fondazione Horcynus Orca insieme all’Università e alla Soprintendenza ha proposto un Museo delle Arti contemporanee di livello internazionale. Il Fai un percorso di cartelloni in italiano e inglese sui tesori dello Stretto. La Provincia un’esposizione permanente delle carrozze Molonia, molte del 700 e dell’800, già presenti in Fiera, e un “Villaggio dei Bambini”. L’elenco delle 18 proposte è davvero assortito. A seguire – ha rivelato ieri De Simone – è stata preannunciata una diciannovesimamanifestazione d’interesse, di indubbio significato socio-economico. Da parte della Camera di Commercio si è prospettata la possibilità di focalizzare l’investimento di un fondo, già esistente, nella destinazione di uno o più padiglioni a prodotti tipici messinesi. Eppur si muove, vien voglia finalmente di dire: l’ex città spenta, solleticata alfine dal suo mare.

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