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Riaperta la strada
si va in procura

Alla faccia della spending review. Difficile  tagliare i costi della macchina pubblica se poi invece di spendere dieci per risolvere un piccolo problema sei costretto in fretta e furia a trovarne cento per risolvere un grande problema.  E’ quello che è successo nel tratto della 113 che attraversa la zona di Calamona sulla riviera tirrenica del comune di Messina. Tutto ebbe inizio quel 22 novembre 2011, il giorno delle tragedia di Saponara e che mise in ginocchio Barcellona. Quello stesso maltempo provoca a Piano Torre un avvallamento che- come riferisce un inviperito consigliere Mario Biancuzzo – l’Anas cintura solo con delle transenne. Tolto il pericolo ci si sarebbe attesi anche che quel lavoretto di poco conto potesse essere effettuato in tempi brevi e con costi irrisori. Passano i mesi e un anno dopo proprio Biancuzzo rompeva gli indugi e chiedeva formalmente all’Anas ed al commissario Croce il motivo del mancato intervento.
L’Anas a quel punto prendeva carta e penna per promettere che i lavori sarebbe stati ultimati entro il Natale scorso. Detto ma non fatto.
Ancora niente lavori da parte dell’Anas ed allora il solito consigliere Biancuzzo, dicei giorni fa, si rivolge ancora al gestore della rete  stradale per scuoterli dal torpore. Ieri è arrivato, non si può dire inatteso, il crollo di una ampia porzione del tappeto d’asfalto. Anche il muro che sosteneva la sede stradale è finito a valle ed ora quel lavoretto di poco conto è diventato un guaio serio. Stanotte il traffico è stato interrotto e l’unica via per bypassare cedimento era quella che passava da Castanea. Stamattina l’anas ha finalmente piazzato due semafori per consentire il passaggio alternato dei mezzi ed evitare la scalata dei Peloritani a  chi abita da queste parti. Adesso, attraverso la via della somma urgenza, si cercheranno i soldi, e chissà quanti, per risolvere il problema. “Ma tutto questo non può e non deve passare inosservato – scrive Biancuzzo. Stamattina ha già scritto alla Procura della repubblica per chiedergli di aprire un’inchiesta su questa inerzia che ha portato a moltiplicare i fondi pubblici, ribadiamo pubblici, che ora sono necessari per ripristinare la strada. Chissà se qualcuno, a prescindere dalla vie giudiziarie, avrà il buon gusto di raccontarci perché invece di spendere 10 adesso si dovrà spendere cento, dopo aver messo peralto  repentaglio la vita di chi quella strada la percorre tutti i giorni.       

 

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