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Ente Fiera, pignorati
anche tavoli e sedie

Ente Fiera

 Pignorato, pignorato, pignorato. Nei locali dell’ente Fiera di viale della Libertà non è rimasto alcun oggetto di benché minimo valore che non sia stato oggetto delle “attenzioni” dell’ufficiale giudiziario. Così, scrivanie, sedie, armadi, climatizzatori riportano in rosso la scritta che avverte gli eventuali utilizzatori: “pign.” oggetto sottoposto a procedura esecutiva, che prima o poi verrà venduto, per distribuire il (magro) ricavato allo stuolo di creditori che quotidianamente bussano alla porta dell’ente. Come peraltro già fatto per ciò che era possibile spostare senza “ledere” le attività d’ufficio, ad esempio i quadri (nemmeno di grande importanza) tutti già andati all’asta. Varcare la soglia della palazzina d’ingresso della cittadella fieristica è come fare un viaggio nel tempo: ti accolgono i cartelloni degli anni ‘80 che, con la grafica elementare e spartana del secolo scorso, sciorinano senza troppi fronzoli manifestazioni su manifestazioni, badando più alla sostanza che alla forma. Elettronica, nautica, artigianato, agroalimentare, florovivaismo, e ovviamente, la Campionaria. Ma dei fasti passati oggi rimane ben poco: al piano terra un corridoio polveroso, arredi in disuso, un ufficio fantasma, se non fosse per il gabbiotto con il custode in carne e ossa e per le macchinette con snack e bevande calde, quelle sì, nuove di zecca. E in questi giorni non resta che prendere un tè zuccherato, anzi una bella camomilla calda, ai dodici dipendenti dell’Ente autonomo Fiera di Messina, (il tredicesimo, l’ex segretario generale Gianni Bitto, è andato in pensione a dicembre scorso) che si aggirano perplessi nelle stanze al primo piano, da un anno senza stipendio e, attualmente, senza nulla da fare. L’Ente, infatti, è stato sciolto dalla Regione, che ne ha appena disposto la messa in liquidazione. Domani scadrà la nomina di quello che sarà dunque l’ultimo commissario (stavolta non straordinario, ma ad acta), poi, secondo quanto stabilito dalla Giunta Crocetta, arriverà un commissario liquidatore con il compito di “fare i compiti”, e cioè di conteggiare al centesimo i debiti, pari a circa 2 milioni di euro, e provare a pagarli. E fra i più grossi, dopo i 600.000 euro dovuti all’Autorità portuale per canoni non pagati, c’è proprio quello con i lavoratori, che attendono sedici mensilità pari a circa 400.000 euro, mentre i contributi dovuti all’Inps sono stati saldati dall’attuale commissario, la funzionaria regionale Maria Amoroso.

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