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La lunga storia
di lavoro dei
7 VVF al CGA

Credevano di essere usciti definitivamente da un incubo ed invece i 7 vigili del fuoco ci sono ripiombati. Tra due giorni sapranno cosa gli riserverà il futuro: un futuro legato alla sentenza che sarà pronunciata dalla corte di giustizia amministrativa, il secondo e ultimo grado dei processi amministrativi.  Tutto questo perché una vicenda che sembrava ormai chiusa dopo la sentenza del Tar, è stata riaperta dall’inatteso e imprevisto ricorso del Ministero degli interni che ha presentato appello al Cga. Solo per caso i 7 vigili del fuoco hanno saputo lo scorso mese di ottobre che pendeva quest’atto sul loro posto di lavoro. Un giorno prima della scadenza dei sei mesi, infatti, il 17 settembre scorso, l’avvocatura distrettuale dello Stato di Palermo   non solo ha proposto impugnativa contro la sentenza di riammissione del Tar ma ha fatto chiaramente intendere che il licenziamento stesso andava deliberato nel più breve tempo possibile. In attesa della sentenza prevista per mercoledì, il Consiglio di Giustizia Amministrativa   ha intanto respinto l’istanza di sospensione dal servizio richiesta in appello.   Ancora due giorni con il fiato sospeso per 7 persone che dal 2006 ad oggi ne hanno viste di tutti i colori.  Soprattutto da quando, a distanza di 5 anni di un concorso vinto, furono licenziati per mancanza di requisiti. In quei giorni, era il novembre del 2011, erano insieme con tanti altri colleghi impegnati a spalare fango nei centri nella tirrenica colpiti dell’alluvione. Furono formalmente riammessi in servizio il 3 febbraio scorso con sentenza del Tar    di Catania   che condannò il ministero dell’interno al risarcimento dei danni. Con i sette vigili, in servizio anche gli altri 7 che avevano presentato ricorso dopo la loro esclusione dalla graduatoria. Ora la sentenza che, in un verso o nell’altro scriverà la parola fine sull’intricata e grottesca vicenda. 

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