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Nove medici indagati
per morte neonata

Sono nove i medici indagati per la morte della piccola Laura. La neonata aveva solo 12 giorni quando è spirata la notte di Natale al Policlinico per la disperazione dei genitori Luigi Leva ed Anita Carbonaro che non hanno fatto nemmeno in tempo ad assaporare la gioia per la nascita della primogenita. Dopo l’apertura dell’inchiesta il sostituto procuratore Roberta La Speme ha indagato, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, nove medici dei reparti  di Neonatologia, Patologia Neonatale, Terapia Intensiva Neonatale e Ginecologia ed Ostetricia del Policlinico. Un atto necessario, l’iscrizione sul registro degli indagati, per consentire l’esecuzione dell’autopsia. La Procura ha chiesto nei giorni scorsi che venga effettuato l’incidente probatorio ma questo allunga i tempi dell’inchiesta. Al momento, infatti, non è stata ancora fissata la data per l’esecuzione dell’autopsia che comunque dovrebbe slittare ai primi giorni della prossima settimana.

Laura era nata prematura ma non è mai stata messa nell’incubatrice, come hanno scritto i genitori nella denuncia, ma in una culletta termica. Il parto è avvenuto con taglio cesareo il 14 dicembre alla 35esima settimana più cinque giorni. Nonostante qualche difficoltà  nella suzione del latte e nella deglutizione il 19 dicembre la bambina ha lasciato il Policlinico. Ma il pomeriggio del 24 dicembre si sono manifestati nuovi problemi. Laura aveva l’addome gonfio e dalla bocca e dal naso emetteva un liquido verdastro.  Ricoverata d’urgenza nel reparto di terapia Intensiva neonatale del Policlinico le è stata riscontrata una occlusione del tratto intestinale.  Poche ore dopo è sopraggiunta la morte. I genitori hanno presentato una denuncia alla Polizia per chiedere che vengano accertati eventuali errori da parte dei medici ed hanno scritto una lettera al presidente della Commissione errori sanitari Antonino Palagiano ed al ministro della Salute, Renato Balduzzi per chiedere giustizia e per stigmatizzare le dichiarazioni della direzione sanitaria del Policlinico che avrebbe difeso il proprio operato ad ogni costo.

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